2016

Donadoni: «Al Milan non potrei dire di no»

Pubblicato

su

Il tecnico del Bologna ricorda: «Preferii i rossoneri alla Juventus»

Della sua straordinaria carriera all’insegna della semplicità, Roberto Donadoni, allenatore del Bologna, aveva già parlato qualche settimana fa. Una carriera iniziata in sordina e poi, da calciatore, esplosa nel grande Milan: ai colori rossoneri, non è un segreto, l’allenatore lombardo è molto legato da sempre e, qualora dovesse arrivare un’offerta, non direbbe sicuramente di no. «Se mi piacerebbe allenare il Milan? Come potrei rispondere di no? Da giocatore scelsi il Milan, avendo, altre, autorevoli, possibilità. I miei sentimenti sono gli stessi, non sono cambiati», afferma Donadoni oggi in un’altra intervista, ricordando l’applauso che San Siro gli ha tributato qualche giorno fa quando i rossoblu sono andati a vincere a Milano. Un applauso che ha emozionato tantissimo l’ex tecnico del Parma, che non dimentica il passato e le tante vittorie. Soprattutto la scelta di approdare al Milan, da giovane, quando su di lui c’era un’altra richiesta di un certo peso: quella della Juventus. 

BOLOGNA, DONADONI: «PREFERII IL MILAN ALLA JUVE» – «Andare al Milan fu una mia scelta. Mi voleva la Juventus, che a quei tempi aveva un rapporto privilegiato con l’Atalanta. Fu una scelta difficile, ma io andai dove mi portava il cuore. Scelsi il Milan, la squadra per cui tifavo sin da bambino – racconta Donadoni al Corriere dello Sport . Allora la Juve vinceva sempre e il primo anno al Milan riuscimmo a stento a qualificarci per la Coppa UEFA, tanto che alla fine di quell’anno mi chiesi se non avessi sbagliato». Parlando del presente, invece, Donadoni si concentra sul livello dei settori giovanili: a suo dire molti dei ragazzi di oggi sono penalizzati da operazioni di mercato non proprio cristalline che privilegiano l’aspetto economico al benessere del calciatore. «Ogni anno tanti nuovi stranieri, ma la qualità non sale – dice Donadoni parlando del calcio italiano e ricordando la dolorosa situazione del Parma lo scorso anno – . A Parma costruivamo con generosità, ma c’era chi poi faceva crollare il castello di carte. Il calcio italiano è troppo frettoloso»

Exit mobile version