2017
Bologna da urlo se Destro tornasse ai suoi livelli
Sorpresa del campionato: il Bologna di Donadoni fa parlare di sé: a ridosso della zona Europa con un centravanti da recuperare. Mattia Destro oggi è l’arma da…
Undici punti in sette giornate di campionato: un andamento che, spalmato sull’intero corso del campionato, renderebbe un torneo da ben sessanta punti. Siamo già a ridosso della fetta di classifica che ambisce all’Europa e sostanzialmente lo si è anche in proiezione: il Bologna di Donadoni può effettivamente diventare la sorpresa della Serie A. E non per quanto si è visto finora, ma per quel che potrà emergere da oggi in poi qualora l’allenatore Roberto Donadoni riuscisse a recuperare – e dunque aggiungere alla causa emiliana – quel Mattia Destro acquistato nell’estate del 2015 per fare la differenza.
Bologna corsaro
Tre le vittorie ottenute in queste campionato, tutte e tre in trasferta e con lo stesso risultato: 0-1 al Benevento nell’impianto del Vigorito, 0-1 al Sassuolo nel derby del Mapei, 0-1 al Genoa nell’ultima gara di campionato prima della sosta prevista per gli impegni delle nazionali. Bologna scientifico: accorto nell’organizzazione difensiva, pronto a punire l’avversario al primo errore. Vittorie di misura che non vanno ridotte appunto alla dimensione che si riconosce alle vittorie di misura: sono arrivate in dote grazie alla struttura complessiva già garantita dal lavoro di Donadoni, alla qualità dei singoli (ne parleremo a breve), alla lucidità mostrata nella gestione delle fasi di gara. Il Bologna ha sorpreso per consapevolezza e capacità di condurre in porto il risultato una volta acquisito. Meno brillante il rendimento interno: va detto come il Bologna di Donadoni sia stata l’unica squadra capace di stoppare l’Inter sul pareggio in questo avvio di stagione (solo vittorie poi per la banda Spalletti), va anche sottolineato però come dalla tre gare casalinghe non sia arrivata neanche una vittoria. Al netto di avversari decisamente più accreditati: in ordine Torino, Napoli ed appunto Inter. Viene da domandarsi dove possa arrivare questo Bologna quando gli avversari in tal senso saranno più comodi e addomesticabili.
La ditta Verdi-Palacio
Inamovibili. Chiavi della sorpresa del campionato. Il primo – Simone Verdi – è letteralmente tarantolato: classe ’92, la maturazione raggiunta ne ha disegnato i contorni di un calciatore letteralmente devastante. Svaria sull’intero fronte offensivo senza soluzione di sosta, ha forza fisica e continuità di rendimento, vanta – li avete visti – i numeri tecnici che lo hanno portato dritto alla convocazione in nazionale italiana. Gli manca solo di diventare più prolifico, ma le premesse sembrano esserci tutte. Al suo fianco, nel tridente offensivo orchestrato da Donadoni, non manca mai una maglia per Rodrigo Palacio: basta sentire gli allenatori avversari intervistati a fine partita, tutti all’unisono concordi nel riconoscere che avere uno come lui fa tutta la differenza del mondo. Ed in effetti ha ritrovato subito la gamba giusta, ha la forza e l’entusiasmo per incidere, la rete decisiva nella vittoria ottenuta sul campo del Genoa l’emblema del suo avvio di stagione: intelligente nel leggere la situazione di gioco prima degli altri, rapido nella volata verso il portiere avversario, forza fisica per resistere al vigoroso ritorno di Laxalt, tecnica per piazzare il pallone all’angolino opposto con un esterno da urlo. La ditta Verdi-Palacio è alla base di questo sorprendente Bologna di inizio stagione: a completamento del tridente si sono poi avvicendati i vari Di Francesco, il più utilizzato, Petkovic e Mattia Destro. Inaspettatamente non al centro di questo Bologna.
Il Bologna con Destro
Non è stata una questione prettamente tattica: situazione che si potrebbe spiegare con l’impiego simultaneo di Verdi, Di Francesco e Palacio, in questo caso utilizzato da riferimento offensivo centrale (falso nueve, fate voi), non però quando Donadoni ha scelto comunque di servirsi di un centravanti puro. Proprio al Marassi appunto il tecnico emiliano ha optato per la titolarità di Petkovic, lasciando in panchina Destro. Che ad onor del vero, da titolare, ha disputato soltanto le prime tre gare di campionato contro Torino, Benevento e Napoli. Poi tanta panchina, fino alla mezzora di Genova. La convinzione è la seguente: per il livello già raggiunto da questo Bologna, poter contare sui numeri di un centravanti della levatura che va riconosciuta a Mattia Destro potrebbe rappresentare quel cambio di marcia dai risvolti potenzialmente clamorosi. Del resto lo raccontano in pieno anche le statistiche: con 7 reti al passivo il Bologna presenta la quinta miglior difesa del campionato alle spalle di Inter (3), Roma (4, ma con una partita in meno), Napoli e Juventus (5), ma i soli sei gol realizzati lo inchiodano al tredicesimo attacco del torneo. L’obiettivo: recuperare Mattia Destro, accrescere così la produzione offensiva, senza però perdere alcunché in termini di equilibrio generale. Questa è la grande sfida che attende Roberto Donadoni. Il passaggio da un campionato sorprendente a qualcosa di davvero inatteso.
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