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Bologna, Theate: «Che gioia l’esordio a San Siro. Mihajlovic un maestro»

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Il difensore del Bologna Theate ha parlato dei suoi primi mesi con la maglia rossoblù

Arthur Theate, difensore del Bologna, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport dove ha parlato dei suoi primi mesi con la maglia rossoblù contornati da due gol a Inter Lazio.

ESORDIO CON GOL – «Quel giorno in tribuna ci sono i miei genitori, anche mio nonno. Subentro debuttando in Serie A, faccio gol a San Siro contro l’Inter e la prima cosa che mi viene in mente è che fino a quindici mesi prima ero senza squadra. Lei avrebbe esultato come fosse stato tutto normale? Impossibile. Ovvio che poi quando siamo andati nello spogliatoio non gioivo: avevamo perso 6-1, sarei stato folle. Ma dopo il gol era come se la vita mi avesse baciato».

PUYOL – «Mi piaceva per la sana cattiveria. Ma l’unico mio idolo e modello è papà Jean Michel: ha giocato nella A belga col Liegi». 

BOMBER – «Sì, ma poco alla volta sono arretrato: la mia crescita fisica è stata lenta, così nelle giovanili hanno preferito far fare il bomber a uno più alto. Ho fatto anche il centrocampista, ora mi manca solo il portiere». 

VAR – «E non mi piace. Ha tolto l’immediatezza e l’intensità. L’intensità nel calcio significa tanto: e in tv non si misura. Ora a fare il difensore hai paura: dobbiamo fare tutti i… pinguini in area». 

SEGRETI – «Amo prendere tutto con entusiasmo, passione, in velocità: non a caso amo le macchine, quelle dei rally ma soprattutto da Formula 1. La testa conta il 60%. Se quando ho debuttato a San Siro sullo 0-6 non avessi avuto la testa giusta, beh, mi avreste visto come uno rassegnato. E se sei così vai a fare un altro lavoro…». 

SCELTA BOLOGNA – «La prima volta mi ha cercato nell’agosto di un anno fa. A gennaio si rifanno vivi. Quando l’estate scorsa mi contattano ancora, beh, non ho avuti dubbi e mi sono detto: loro sono per me perché nessuno – visto che avevo belle offerte sia in Italia che all’estero – mi ha cercato così». 

MIHAJLOVIC – «Lui ex centrale difensivo e mancino: chi potevo volere di più come insegnante? Vede, un altro aspetto che ho considerato è stata l’ascesa di Tomiyasu: ci scontravamo in campo, nel campionato belga. Lui è venuto qui e ora è all’Arsenal: significa che vale ma anche che è passato in un club che vale. Qui c’è progetto, rispetto, volontà di salire». 

MILAN – «Zero problemi: ho già segnato a una milanese, posso rifarlo… E alla Lazio, altra big». 

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