2013
Bologna, Gilardino: «Qui grazie a Diamanti»
CALCIOMERCATO BOLOGNA GILARDINO – A parte da due giorni per il colpo preso contro l’Inter prima di segnare, Alberto Gilardino sta lavorando duro per essere a disposizione di Pioli in vista dell’anticipo di sabato contro la Juventus. Intervistato dal Corriere dello Sport, l’attaccante del Bologna ha parlato della sua rinascita: «No, non mi ero perso. Come non si erano persi e non erano finiti Baggio, Signori e Di Vaio che a Bologna per tutti si sono ritrovati. Sono stati Natali e Diamanti a chiamarmi per chiedermi che cosa avevo intenzione di fare. Tutto si è deciso negli ultimi tre giorni del mercato. Se Floccari avesse accettato? Sarei rimasto a Genova, avrei fatto il campionato là. Ma uno degli ultimi giorni, il 29 o il 30, ricevo la telefonata di Diamanti. Mi dice: dai, vieni qui che ci divertiamo. Insomma, ho detto di sì. Mi sono sentito come se giocassi qui da dieci anni».
Sulla sfida contro la Juventus, Gilardino ha spiegato: «Dieci giorni fa eravamo qua con l’acqua alla gola, adesso… Vi garantisco che nello spogliatoio io e i miei compagni stiamo pensando soltanto a fare punti per arrivare a quaranta punti. Juventus? E’ la squadra più forte d’Italia e tra le tre più forti d’Europa. Io non sto bene, ho un problemino fisico, ma voglio esserci. I tifosi sognano? E’ normale, ma noi non lo possiamo fare. Per mettere in difficoltà la Juve devi fare la partita perfetta. Se caliamo un attimo, se molliamo anche solo dell’uno per cento, possiamo perdere contro tutti. O stiamo sul pezzo, o diventiamo fragili e vulnerabili».
Il centravanti di Biella ha poi parlato di Diamanti, determinante per il suo arrivo a Bologna, e di mister Pioli: «Quando eravamo all’ultimo posto qualche battuta gliel’ho fatta, sì. Ale è indispensabile, sa fare tutto, può fare gol su calcio piazzato, dribbla l’uomo, crea superiorità numerica. Sapevo che aveva grandi qualità, l’anno scorso ha fatto bene ma non come quest’anno. Ora ha raggiunto la maturazione totale, si è responsabilizzato. Forse anche la fascia di capitano gli ha dato fiducia e consapevolezza. Pioli? Un allenatore diventa molto importante quando dà fiducia a un giocatore, soprattutto nei momenti in cui non è brillantissimo».
Gilardino ha poi parlato del sogno di partecipare ai Mondiali con gli azzurri e della sua voglia di giocare tanto ancora: «Baggio scelse Bologna per prepararsi al Mondiale? Sì, penserò anche a questo. Tornare a fare gol e a fare certe prestazioni mi ha riportato la Nazionale. Un anno fa, anche per colpa di problemi fisici, l’avevo persa. Riuscire a giocare il mio terzo Mondiale sarebbe un sogno. Devo lavorare, prepararmi. Ma per adesso penso alle prossime convocazioni, non più in là. Quanto voglio giocare? A Pescara ho fatto 400 partite in A, ora siamo a 405. Sono tante, ma non mi voglio fermare. Mi piacerebbe giocare in Italia ancora tanti anni, arrivare a duecento gol. Non mi devo fermare. L’importante è stare bene fisicamente. L’esempio è quello di Totti. Ha quasi trentasette anni, e gioca ancora da grandissimo. Perché non posso farlo anch’io che di anni ne ho solo trenta? E non dimentichiamoci Di Natale. Io punto a fare come loro. Facciamo così. Rivediamoci qui fra cinque anni. Se non ci sono, vi pago una cena».