2017

Bologna, l’orologio scorre per Donadoni

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La sconfitta con il Crotone è la quarta di fila per il Bologna: per Donadoni il tempo scorre, i rossoblu devono reagire

Processo di crescita interrotto, classifica inchiodata, squadra spalle al muro: niente di nuovo sul fronte bolognese. Aleggia sul Bologna il rischio di un campionato – un altro, e sarebbe il terzo – di basso cabotaggio, senza un reale obiettivo da raggiungere e con una valorizzazione del patrimonio tecnico rimandata, ancora una volta. Certezze incrinate a Casteldebole: Saputo sembra deluso, Donadoni insoddisfatto, dirigenti avviliti. Nelle prime quattro giornate, altrettanti punti; poi i 10 accumulati nelle quattro successive e infine le quattro sconfitte di fila nelle ultime gare. Donadoni ha timbrato i due anni sulla panchina rossoblù – è arrivato il 1° novembre 2015 – e le 300 in A nel peggior modo possibile, perdendo col Crotone. I fischi del Dall’Ara segnano un punto di rottura. D’ora in avanti, ogni inciampo rischia di compromettere il cammino intrapreso: ogni tonfo avrà un’eco maggiore, perché si porterà dietro tanti piccoli salti di qualità mancati.

IL SALTO MANCATO – Domanda: quanti giocatori sono cresciuti nella gestione Donadoni? Due, forse tre. Verdi era un incompiuto, al Bologna ha alzato il suo status e raggiunto la nazionale. E Di Francesco, preso dalla B e trasformato in un giocatore di A. Il «forse tre» è riferibile a Helander, che con Donadoni ha acquisito sicurezza, personalità, minutaggio. E gli altri? L’orologio si è fermato, come ricorda “Il Corriere dello Sport”. Dall’eterna promessa Masina al «ragazzo interrotto» Donsah, da Nagy a Krejcì; da Krafth che ne fa una sì e una no a Mbaye che non trova mai la continuità, fino ad arrivare a Crisetig, arrivato da nazionale U-21 con Corvino, ma che Donadoni ha avuto per due anni, prima lasciandolo andare al Crotone, poi riscoprendolo per necessità. Tanti punti di domanda e poche risposte per una valorizzazione che non è ancora arrivata. Arriverà? C’è tempo. Ma nemmeno troppo.

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