2009
Bologna, Appiah: “Vorrei rimanere”
Stephen Appiah racconta le emozioni provate domenica quando, subentrando a Zalayeta dopo l’intervallo, ha debuttato nel Bologna ed è tornato a giocare dopo una lunga assenza dai campi di calcio.
“Nel primo tempo, quando il mister mi ha detto di andarmi a riscaldare, ho pensato: ecco, sta per arrivare il momento! Poi, quando ho visto che i tifosi hanno iniziato ad applaudirmi, mi sono emozionato, e al momento di entrare in campo tutti i giocatori mi hanno abbracciato, prima quelli in panchina e poi quelli in campo. Guardando i tifosi della curva e sentendo i cori, mi sono detto di tenere duro perchè quasi stavo piangendo dalla gioia, sapendo quello che avevo passato in questi anni. Il calcio è la mia professione e la mia passione: in momenti come questi, la lacrima viene”.
Chi ti ha chiamato per darti il bentornato dopo la partita col Catania?
“Mi hanno mandato un sms Muntari, Essien, Adebayor e un po’ tutti i giocatori del Ghana, contenti di avermi rivisto finalmente entrare in campo”.
Tra un mese c’è un appuntamento molto importante: i Mondiali: sei tra i preconvocati del Ghana, pensi che farai parte della spedizione e di poter giocare?
“Il mister mi chiama spesso, poi a volte alcuni giocatori sono importanti anche solo per il fatto di essere presenti, indipendentemente dall’andare in campo o meno e lui mi ha fatto capire che mi vuole vicino alla squadra. Io mi sto allenando regolarmente con la squadra, con tutta la voglia come sempre, al giovedì gioco la partitella amichevole e domenica per 45′ ho giocato contro il Catania. Ora andrò in ritiro con la Nazionale, poi staremo a vedere cosa succederà in Sudafrica”.
Cosa significa per un africano giocare il Mondiale nel proprio continente?
“Penso che sia un Mondiale storico: per la prima volta viene disputato in Africa. Io c’ero anche nel 2006 in Germania, quando per la prima volta il Ghana si è qualificato per le fasi finali, ed ero molto contento, ma quest’anno sono anche un po’ agitato all’idea di far parte di un evento eccezionale. Tra l’altro, se in passato abbiamo avuto campioni di pugilato e di tennis, ora in Ghana la gente si diverte soprattutto con il calcio e non vede l’ora che i Mondiali inizino”.
Con quali aspettative le squadre africane si apprestano a vivere questo Mondiale in Sudafrica?
“Sarei molto contento se un’africana arrivasse in semifinale: il sogno è quello, non è mai successo in passato ma ho la sensazione che sia la volta buona e che una delle Nazionali africane sia destinata ad arrivare lontano. Nel calcio di oggi penso sia possibile: giocheranno tutte con massimo impegno, aggressività e concentrazione, poi si vedrà partita per partita quel che succederà . Non dimentichiamo che ci sono anche giocatori molto forti, come Drogba, Eto’o e lo stesso Asamoah dell’Udinese, mio compagno di Nazionale: ha grandi qualità , speriamo che faccia un bel Mondiale”.
Al momento del tuo arrivo a Bologna non giocavi da tempo, poi hai avuto anche qualche contrattempo fisico: hai temuto che il giorno del tuo ritorno in campo non sarebbe arrivato entro la fine della stagione?
“Io sono un ragazzo che non molla mai e pensa positivo: ci ho sempre sperato. Tra l’altro, dopo tutto quello che mi era successo nei due anni e mezzo precedenti, non poteva essere un mese e mezzo di stop a farmi perdere la speranza. Quando mi sono fatto male era appena arrivato il transfer, poi mi sono dovuto fermare di nuovo proprio quando avevo rinunciato alla Coppa d’Africa pur di giocare nel Bologna, ma ho continuato a lavorare sodo e alla fine mi pare che questo lavoro mi abbia regalato qualche sorriso. Mi spiace non aver potuto dare tanto al Bologna in questi mesi, ma l’accoglienza che ho ricevuto domenica allo stadio è stato un bellissimo regalo. Non so cosa mi riserverà il futuro: domenica giochiamo l’ultima partita, poi inizierò a pensare al Mondiale; io sarei contento di rimanere qua a Bologna”.
Chi ti è stato vicino in questi mesi difficili?
“La mia famiglia, i compagni di squadra, il procuratore, anche la gente di Bologna e chi lavora qui a Casteldebole. Tutti mi hanno dimostrato di aver capito quello che stavo passando e la mia voglia di tornare a giocare a calcio; in particolare, la squadra per me è stata molto importante in questo periodo. Il mister Colomba, poi, mi ha fatto sempre sentire parte della squadra; so che, cercando la salvezza, per lui era rischioso decidere di far entrare un ragazzo che da tanto tempo non giocava, ma mi ha sempre detto di stare tranquillo e continuare a lavorare perchè il mio momento sarebbe arrivato. Anche il mister mi ha dato tanto”.
Fonte | fcbologna.it