2009

Bolatti si presenta: “Titolare? Nessuno ha il posto garantito”

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Mario Ariel Bolatti, nuovo acquisto della Fiorentina, siÃ? è presentato oggi alla stampa italiana. Queste le sue prime parole da giocatore viola: “Sono molto contento di giocare per un club importante a livello mondiale come la Fiorentina. Le mie caratteristiche? Non sono il giocatore più veloce del mondo però so giocare la palla. Cerco la qualità  e la fisicità . Quando sarò a piena disposizione dell’allenatore? Dovremo parlarne con l’allenatore, sarà  lui che deciderà  quando sarà  il momento per esordire. Idoli? nessuno in particolare, mi piacciono sia Redondo che Marangoni. Maradona e Prandelli due allenatori molto diversi? Forse non sono tecnici simili, ma un giocatore deve adattarsi a diversi stili di gioco. Per me è un’opportunità , non un limite. Maradona l’ho sentito al telefono e mi ha fatto gli auguri. Se ha influito nella scelta il fatto che qua a Firenze giocherò titolare e avrò l’opportunità  di mettermi in mostra per il Mondiale? E’ chiaro che quando si avvicina il Mondiale uno queste considerazioni le fa. Ma questo non è stato decisivo per la mia scelta. In nessuna squadra del mondo viene garantito il posto da titolare, va guadagnato. Le mie discendenze italiane e che tipo di persona sono? Il nonno di mia madre era piemontese. Non sono sposato, ma la mia famiglia è sempre con me. Sono sempre stato un lavoratore, uno che si sacrifica per avere le cose. Il numero 28? Era uno dei numeri disponibili che usavo anche all’Huracan. Dove mi sono allenato? Con una formazione di disoccupati e un preparatore atletico personale. Montolivo? Per ora lo conosco solo di nome. Il campionato Italiano? Ci sono sempre stati grandi giocatori ed è sempre stato un grande campionato. Mi fa veramente molto piacere essere qua, in una squadra in cui ci sono sempre stati grandi giocatori. Il calcio italiano è molto tattico,ma io ho già  avuto, sia in Argentina che in Portogallo, esperienze con allenatori che curano questi aspetti. Pastore? Si, lo conosco, giocava con me all’Huracan. Con lui ci sentiamo spesso. Se conosco Batistuta e se penso di chiamarlo per farmi spiegare un pò Firenze? Certo, se si dovesse essere l’occasione sarei contento di parlare con lui. Non lo conosco però. Perchè mi chiamano “El Gringo”? Soprattutto per i capelli biondi, è questa l’origine del mio soprannome. Cosa non ha funzionato al Porto? Sono cose che succedono nel calcio. Uno prende sempre il meglio dalle esperienze che fa. Io adesso voglio solo pensare alla Fiorentina”.

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