2016
Bocelli: «L’impresa del Leicester City mi ha entusiasmato»
Il tenore celebrerà domani l’impresa: «Ho contattato Ranieri grazie a Zanetti!»
Domani sarà giornata di celebrazioni in casa Leicester City per la storica vittoria della Premier League e tra gli ospiti speciali ci sarà anche il grande tenore Andrea Bocelli. Ecco le parole dell’artista toscano a tal proposito a La Gazzetta dello Sport: «Travolto dall’impresa del Leicester? La mia passione per il calcio non ha limiti e viene da lontano. Ero bambino, in collegio e seguivo già ogni cosa. Poi, quest’anno l’impresa del Leicester mi ha entusiasmato. Credo che abbia suscitato simpatia in tutti: un esempio straordinario di calcio pulito, di calcio minore che diventa maggiore solo grazie alle proprie forze e al gruppo. Una lezione di vita: dove c’è la volontà c’è la via. E poi c’è un italiano che lo guida. C’è la storia di questo Vardy, da operaio a campione, che realizza un sogno. Come si fa, ditemi, a non farsi prendere? Come è nata l’idea?A esser sinceri sono stato io a chiamare. La cosa è nata più di un mese fa. Mi sono fatto dare il numero di Ranieri da Javier… Javier Zanetti, intendo, col quale stiamo preparando un grande concerto a Milano, ho telefonato e mi sono offerto. “Senta Ranieri, sono Bocelli, mi piacerebbe fare questa cosa, e qui e là…”. Lui è stato contentissimo, è un uomo di una signorilità innata, mi ha ricordato che ci eravamo già conosciuti, in camerino, a un mio concerto. Dopo, a organizzare tutto, ci hanno pensato il mio manager e la società».
CONTINUA BOCELLI – «Non c’è niente di straordinario in quello che faccio, credetemi, sono gli echi di una passione infantile che continua e che ho finito per trasmettere anche ai miei figli. Siamo tutti fieramente tifosi dell’Inter. Tournèe interrotta? No. Sono tornato già martedì da un lungo giro. India, Emirati Arabi, Filippine, poi Tokio, Seul. L’11 maggio sarò a Mosca, a giugno tornerò in America. Certo, un po’ pesante è stato. Non mi lamento perché sarebbe un atteggiamento inqualificabile, ma ci vuole comunque un fisico bestiale, da un aereo all’altro, da un letto all’altro. Io ho tre figli ai quali mi sono imposto di dover trasmettere la voglia di studiare e di migliorarsi: l’orgoglio del lavoro fatto bene. E come li trasmetti gli insegnamenti se non con l’esempio? Quali sensazioni si provano a cantare in uno stadio? L’ho fatto altre volte. Quella che ricordo in modo particolare è la finale di Champions League nel 2009, a Roma. È molto diverso dall’esibirsi in un concerto, lì la gente viene per te, ci sono un’attesa e una responsabilità diversa. Domani, invece, sarà un momento giocoso, di festa, non staranno a valutare la qualità della mia esibizione. Cosa canterò? Non abbiamo deciso nulla, si vedrà. Certo è che i tifosi del Leicester intonano Nel blu dipinto di blu e che Ranieri è Mister Volare. Ci attrezzeremo».