2015

Bocciati dall’Italia, a mille all’ora nello Stoke City

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La meravigliosa vittoria ottenuta al Goodison Park sul campo dell’Everton sembra aver lanciato lo Stoke City

Di questi tempi a farla da padrone, nell’emisfero del calcio, è senza dubbio l’Inghilterra: se nel resto del mondo si riposa, la Premier League gioca ogni ventiquattro ore.  Dopo una partenza da incubo con tre punti nelle prime sei gare di campionato e la vittoria arrivata solo alla settima giornata contro il Bournemouth, ora lo Stoke City sembra poter diventare qualcosa in più: settimo posto in coabitazione con le altre sorprese West Ham e Watford e vista sull’Europa dei grandi.

I DATI DELLO STOKE – Innanzitutto i numeri: 20 reti all’attivo, poche pensando si tratti del sestultimo attacco della Premier: in tal senso lo Stoke City ha finora pagato un fattore assai particolare se si pensa che siamo praticamente a metà campionato, prima della rocambolesca quanto significante vittoria sul campo dell’Everton la squadra di Hughes era andata a segno con appena quattro uomini (Arnautovic, Bojan, Diouf e Walters). Le firme apposte da Shaqiri e Joselu ieri al Goodison Park hanno quantomeno rimpinguato una statistica assai penalizzante: meglio ha fatto invece la fase difensiva nel suo complesso, sono 19 le reti subite, dato che elegge momentaneamente lo Stoke City quinta retroguardia della Premier League.

SI GIOCA IN VELOCITA’ – Lo Stoke ammirato nelle ultime gare, su tutte le vittorie contro le due squadre di Manchester ed il colpo in trasferta sul campo dell’Everton, pare aver cambiato marcia: trame di gioco rapidissime, ci si riversa nei pressi dell’area avversaria con tre tocchi e simboli del nuovo ingranaggio trovato sono senz’altro le prime due reti (entrambe di Shaqiri) nel festival del gol del Goodison Park. Da manuale l’azione del vantaggio iniziale con l’azione ispirata da Bojan, rifinita da Arnautovic e finalizzata da Shaqiri, tutto ad un tocco per gli attaccanti di Hughes, poi il lancio perfetto con cui ancora Bojan ha trovato Shaqiri facendo viaggiare il pallone per almeno quaranta metri. E’ insomma uno Stoke City talentuoso ma spietatamente pratico: non si perde più nella mera bellezza delle sue giocate – come spesso accaduto nella primissima fetta di stagione – ma ha trovato le chiavi per rendere il tutto proficuo.

VECCHIE CONOSCENZE – La star è Marko Arnautovic: dopo tante stagioni alla ricerca di se stesso, senza traccia il passaggio all’Inter all’età di vent’anni, ha finalmente trovato la sua stabilità e con questa la via del gol. Basti pensare che le sette reti finora realizzati in Premier League sono il massimo storico siglato nei vari campionati in cui ha messo piede fatta eccezione per i dodici nel Twente nel lontano 2008-09: tradotto, tra Italia, Germania ed Inghilterra, Marko Arnautovic non ha mai siglato più di sei gol ed ora – quando siamo appena a metà campionato – ne ha già firmati sette. Cambia poco il capitolo Bojan Krkic: oggetto di studio e di culto nella ben nota cantera del Barcellona, tante annate poi né carne né pesce tra Barcellona dei grandi, Roma, Milan ed Ajax. Lo Stoke City invece ha aspettato lui come Arnautovic – reduci da una stagione non esaltante – ed i fatti al momento danno ragione. Considerando che si può e a questo punto si deve fare di più: come Xherdan  Shaqiri, che si è sbloccato ieri con una splendida doppietta, lo svizzero di origine kosovara tra gli argomenti motivazionali avrà dalla sua quello di dimostrare all’Inter di essersi sbagliata. Acquistarlo per poi scaricarlo dopo appena sei mesi: no, Shaqiri non ci sta. E la squadra dei già vincitori della Champions League – ben cinque nella rosa dello Stoke City, oltre ai tre appena citati ci sono Glen Johnson ed Ibrahim Afellay – vuole avvicinarsi al quarto posto e regalare un sogno al Britannia Stadium.

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