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Betty Borel: «Mio padre Felice, grande bomber della Juve (e del Toro) dal fisico fragile. Sul letto di morte ha chiesto a Boniperti di far tagliare il codino a Roberto Baggio…»

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La figlia di Felice Placido Borel ha raccontato in un’intervista il padre e diversi aneddoti interessanti della storia

Felice Placido Borel è stato uno dei grandi bomber della Juventus degli anni Trenta. La figlia Betty lo racconta al Corriere della Sera di oggi.

CHI ERA – «Un uomo vero, puro, genuino. Un papà stupendo, un nonno incredibile. Amava il calcio. Era figlio e fratello di calciatori, mio nonno Ernesto e mio zio Aldo Giuseppe. Era un grande attaccante dal fisico fragile, rovinato dalle operazioni alle ginocchia. A 20 anni vinse i Mondiali del 1934, con Vittorio Pozzo in panchina. Giocò poche partite in azzurro, ma segnò un gol importante. Mi ha insegnato che bisogna tifare per la propria squadra, non contro un’altra. Abbiamo vissuto in simbiosi».

IL SOPRANNOME DI “FARFALLINO” «Perché papà volava come una farfalla: correva e dribblava con movenze leggere e leggiadre. In seguito Paolo Rossi fu paragonato a lui. Calzava scarpe da calcio numero 36: trovarle era un’impresa, era costretto ad andare nei negozi di calzature per bambini e ragazzi. E pensare che mio figlio Andrea ha il 45…».

I NOVE ANNI NELLA JUVE E UNO AL TORO – «In quel 1941 sposò mia mamma: arrivò un regalo anche dall’allora presidente granata Ferruccio Novo. E dopo la tragedia di Superga papà portò i giovani calciatori granata a Finale Ligure, per un ritiro estivo».

DA ALLENATORE HA SCOPERTO BONIPERTI – «Il suo migliore amico, il dottor Giovanni Voglino, gli disse di fare un provino a quel ragazzo della provincia di Novara. Il rapporto con Boniperti proseguì fino alla fine: mio padre quando si trasferì a Finale continuava a fare l’osservatore per la Juve».

GIORNALISTA AL GIRO D’ITALIA – «Ho delle foto con il mitico Charly Gaul. Mi vestivano da maschietto per portarmi in auto con loro: il Giro d’Italia era praticamente vietato alle donne, dopo lo scandalo di Fausto Coppi e della Dama Bianca. Avevo i capelli biondi infilati in un cappellino da ciclista e un paio di occhialoni scuri. Una volta, dalle parti di Cervinia, uscii dalla macchina e venni riconosciuta dal fotografo Vilfrido, che seguiva anche la Juve: «Che ci fai qui, Betty?”. Papà mi ricacciò in auto e andammo subito via».

COSA DIREBBE AI GIOCATORI DI OGGI – «Sarebbe scandalizzato dai soldi che girano adesso. Ma non solo. Nel 1993, sul letto di morte, ricevette la visita di Boniperti. Papà gli disse di convincere Roberto Baggio a tagliarsi quel terribile codino. Se solo avesse visto la cresta di Vidal o i capelli di Pogba…»

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