2015
Benitez, ora come si fa?
Il tecnico si interroga per trovare la migliore soluzione: il Napoli nelle mani di Rafael o non più
Ed ora? Come se ne esce? Come continuare a puntare su un portiere che appare moralmente a terra dopo i tre errori consecutivi rimediati contro Chievo, Udinese e Palermo? Il soggetto in questione è Rafael Cabral ed il caso è quello che dovrà risolvere Rafa Benitez: si entra nel vivo della stagione ed il Napoli è in corsa per tre nitidi obiettivi.
SOPRAVVALUTAZIONE ESTIVA? – Se di errore si può parlare ha tutti i crismi di un errore originale: quando il club partenopeo nella scorsa estate fu posto di fronte alla scelta del suo prossimo portiere non esitò a lasciar andare Pepe Reina per puntare tutto su Rafael, investimento effettuato un anno prima ed affiancato dal tutoraggio dell’esperto spagnolo per consentirgli una crescita serena nella prima stagione di ambientamento. In una realtà calcistica, quella europea, decisamente differente dalla sua provenienza sudamericana. Nella rigorosa aderenza alla scelta presa un anno prima ecco in estate i saluti a Reina e la fiducia a Rafael, nonostante pochi mesi prima avesse rimediato una rottura al legamento crociato che ne ha giocoforza condizionato l’avvio di stagione. Inferno di Bilbao compreso, lì dove il Napoli fece di tutto per complicarsi la vita e compromettere sin da subito una fetta rilevante della sua stagione.
OGGI – La scommessa, perché di questo si è trattato, si può dichiarare persa? Non spetta sicuramente a noi stabilirlo ma gli evidenti cali di rendimento sofferti dal portiere brasiliano aprono la questione: cosa fare da oggi in poi? Puntare ancora su Rafael – e dunque accettarne pro e contro, questi ultimi oggi in netta superiorità – o stravolgere le gerarchie ed affidare la porta partenopea alla riserva Andujar: questo il punto. Questa la complessa e probabilmente inattesa decisione di cui dovrà assumersi le responsabilità il tecnico più pagato della Serie A. La soluzione dell’enigma spetta a lui e l’ambiente si aspetta la scelta giusta quando in ballo c’è il secondo posto del campionato e quell’affermazione in una competizione europea che manca dai tempi di Maradona. Il cuscino tante volte ricordato da Benitez in vista delle decisioni importanti questa volta ne impone una davvero lastricata di spine: non sarà ad esempio come scegliere in un parco attaccanti dove alla fine, chiunque vada in campo, il risultato non subisce particolari alterazioni.
IL FUTURO – Che, va premesso ancora, conta meno rispetto alla stretta attualità: vietato pensare a soluzioni prossime se non si risolve l’immediatezza. Detto ciò, è altamente probabile che nella prossima estate si cambierà: il clima di sfiducia è via via più denso ed ha il sapore dell’impresa quello di rintracciare le giuste coordinate emotive per ripartire da Rafael come se nulla fosse accaduto. Sono due le soluzioni: quella di comodo e quella non di comodo. La prima si tradurrebbe nel puntare tutto sull’elemento di casa: Luigi Sepe, classe ’91, autore di due discrete stagioni da professionista, la prima in B con il Lanciano e la seconda – quella attuale – a difesa del bell’Empoli di Sarri. L’altra impone un investimento importante, quello necessario ad esempio per prelevare il Perin di turno e consegnargli le chiavi della porta partenopea per il prossimo decennio. Alla nostra redazione risulta da mesi un interesse in merito, senza però che lo stesso si sia mai tradotto in una vera e propria trattativa. Un’idea insomma. Limitare i danni nel presente – dove per limitare i danni s’intende non compromettere alcun risultato – e rispondere con forza a bocce ferme: il Napoli studia la vicenda.