2012

Benetti: ?Juventus non ha bisogno di top player. Milan??

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MILAN JUVENTUS BENETTI – Ha indossato sia la maglia della Juventus che quella del Milan Romeo Benetti, storico mediano che con i rossonero ha vinto due volte la Coppa Italia ed una Coppa delle Coppe, mentre in bianconero ha vinto due scudetti ed una Coppa Uefa. «Quando ero al Milan battevo la Juve e quando sono passato alla Juve battevo il Milan. Proprio per questo per me è impossibile tifare per l’una o per l’altra: spero soltanto di assistere a una partita spettacolare», ha esordito Benetti nell’intervista rilasciata per Tuttosport.

Il suo Milan-Juventus più bello?

«Sarebbero tanti, con entrambe le maglie. Ma se chiudo un attimo gli occhi mi viene in mente il 3-2 del 1976. Giocavo nella Juve, perdavamo 2-0 e faceva un gran freddo. Con un’incredibile rimonta vincemmo 3-2: Bettega, Benetti, Bettega… Trionfare fuori casa, e in quel modo, ci rafforzò. A fine anno festeggiammo lo scudetto».

Stasera sarà un big match particolare: tra la Juventus capolista e il Milan ci sono ben 17 punti di distanza. Tanto o troppo?

«Il discorso è un altro: il Milan si è rinnovato e quando cambi parecchio non è semplice integrare tutti i nuovi. Ai rossoneri servirà un po’ di tempo, però non li darei per spacciati. Anche la Juventus in passato ha trascorso annate complicate. Il Milan non lotterà per lo scudetto, ma penso e spero possa salire di molte posizioni. Magari in zona Europa».

Stasera un Benetti in mezzo al campo servirebbe maggiormente al Milan o alla Juventus?

«Premesso che non mi piacciono i paragoni tra epoche calcistiche differenti, sicuramente in questo momento farei più comodo ad Allegri».

Già, l’addio di Gattuso si sente: lo ha detto pure Berlusconi.

«Mah, a me sembra che non manchi soltanto Gattuso: mi vengono in mente Ibrahimovic, Thiago Silva, Nesta…».

Conte a centrocampo è coperto: ha un Vidal in gran forma…

«Complimenti a chi l’ha scoperto e acquistato. E’ davvero un grandissimo centrocampista. Ce ne vorrebbero di più di Vidal, in ogni squadra».

Il cileno incrocerà l’olandese De Jong: un duello tra duri. Un po’ come era lei…

«Più che “cattivi” mi sembrano due ragazzi che vogliono vincere sempre. E’ una cosa positiva, mica un difetto».

Nel trio meraviglia di Conte brilla Pirlo: è una ferita ancora aperta per i tifosi del Milan.

«Era giusto rimpiangerlo lo scorso anno, non adesso… Senza di lui il Milan ha lottato fino alla fine con la Juve, il problema è che quest’estate se ne sono andati in tanti altri».

La diaspora estiva non sembra convincerla molto.

«No, direi che sono scelte, in alcuni casi obbligate. Senza dimenticare che Nesta, ad esempio, è stato lui a voler provare una esperienza nuova».

La Juve arriva a San Siro dopo il successo in Champions contro il Chelsea.

«Quando vinci 3-0 e in quel modo coso si può dire? Mi è piaciuto lo spirito, la voglia di vincere, l’attaccamento alla maglia. Adesso che il primo turno è praticamente superato, è giusto che i tifosi sognino la finale. Però…».

Però…

«C’è una cosa che non capisco: le critiche agli attaccanti della Juventus. Con questi risultati come si fa a chiedere di più?».

Quindi lei è dell’idea che un centravanti alla Drogba o alla Llorente non servirebbe?

«Io li lascerei dove sono».

Anche il Milan in avanti ha i suoi problemi: Pato è sempre più un caso.

«A me sembra soltanto sfortunato e debole muscolarmente».

In compenso è esploso El Shaarawy.

«Mi sembra un giocatore interessante. Però è ancora un bambino, non bisogna correre troppo: mi auguro che il suo momento di grazia duri il più possibile».

Quanto farebbe comodo El Shaarawy alla Juventus?

«Molto. Ma è un pensiero da fantacalcio».

Favorevole o contrario (come Berlusconi) alla cresta?

«Il calcio, da sempre, anticipa la società civile: è già successo con i basettoni, i baffi e i capelli lunghi. Penso che fra qualche anno ne vedremo sempre di più in giro. A me sinceramente non piace, però non mi stupirei se prima o poi si tagliassero i capelli così pure i miei nipoti».

Primo Milan-Juventus senza Alessandro Del Piero.

«Certo, non è in Australia? L’assenza non si sente: la Juventus mi sembra prima in classifica anche senza Del Piero. Il calcio funziona così: i giocatori passano e la società resta. Alessandro è un ricordo bello e inarrivabile, però i club non possono vivere di ricordi».

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