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Beccalossi: «Sfruttavo la scia di Hansi Muller. Il mio sogno è tornare all’Inter»
Evaristo Beccalossi, ex giocatore dell’Inter, ha parlato al Corriere della Sera tra passato e sogni per il futuro
La gente dell’Inter lo ha amato come si fa con i grandi numeri 10. Evaristo Beccalossi, 67 anni, racconta la sua vita in un’intervista al Corriere della Sera.
FERMO PER UN GATTO NERO – «Ero in anticipo e sono rimasto lì a fumare e a guardare il panorama. Dopo un’ora è arrivata un’Ape e sono potuto ripartire. É un classico esempio del mio non-ragionare».
SIVORI COME IDOLO – «Non ci provi: mai stato juventino. Però Omar è stato il primo che ho cercato di imitare: sono un destro naturale e mi allenavo per ore con il sinistro, per diventare come lui. Ci marcio ancora oggi»
IL PADRE JUVENTINO – «Operaio specializzato, lo portavo sempre in giro, ma non parlava mai. Poi quando ho segnato il mio primo gol alla Juve me lo sono trovato fuori dallo stadio: “Ma proprio te dovevi fare gol?”».
MAZZOLA – «Non ci eravamo lasciati bene, ma di recente l’ho ringraziato per avermi portato all’Inter: mi sono tirato via le negatività e sentito meglio».
HA DETTO: «É MEGLIO GIOCARE CON UNA SEDIA CHE CON HANSI MULLER» – «Sì. Poco tempo fa lui mi ha telefonato: “Sono il tuo cucumer”, mi ha detto, perché lo chiamavo così. Grande personaggio, ma non tutto funzionava in campo. Però andavamo d’accordo. Era un bel ragazzo e sfruttavo la sua scia».
IL SOGNO – «Il sogno sarebbe fare qualcosa alla casa madre: l’Inter».