2014
Bayern Monaco, Guardiola: «Barça? Via perchè senza motivazioni»
Il tecnico spagnolo spiega l’addio dopo quattro stagioni alla guida dei blaugrana
BAYERN MONACO GUARDIOLA SUL BARCELLONA – Josep Guardiola è da anni ormai nell’èlite dei top allenatore dopo aver portato l’innovativo “tiki-taka” nel panorama del calcio europeo e per aver guidato probabilmente la squadra più forte di sempre, ovvero il Barcellona formato da Lionel Messi, Andrès Iniesta e Xavi Hernandez. Dopo un anno sabatico, da questa stagione il tecnico classe 1971 è l’allenatore del Bayern Monaco al quale, a due mesi dalla fine della Bundesliga, bastano tre punti per aggiudicarsi il titolo. Da calciatore Guardiola è cresciuto nella cantera blaugrana, per poi provare, dalla stagione 2000-2001, l’esperienza nella Serie A con Roma e Brescia prima di terminare la carriera nell’Al Ahly in Qatar. In un’intervista concessa al sito spagnolo Autopista, il tecnico bavarese ha parlato del suo addio alla formazione catalana, dopo 14 trofei vinti in 4 stagioni.
ECCO LE SUE PAROLE – «Ho lasciato il Barcellona perché non riuscivo più motivare i miei giocatori. Al Barcellona abbiamo trascorso anni eccezionali. Sono state le stagioni più vincenti della storia del club. Ci sono, però, stati anche momenti di grande tristezza. Parlo del 2012 quando cademmo in semifinale di Champions contro il Chelsea. Eravamo molto più forti dei nostri avversari ma la sfortuna ci perseguitò. Quella sconfitta mi bruciò tantissimo. E’ stato in quel momento che capii di non poter riprendere di nuovo in mano la mia squadra. Quando un allenatore realizza di non riuscire più a motivare i suoi giocatori, allora è giusto lasciare il club e andare altrove. Perchè mi sono preso un anno di pausa dopo il Barça? Perchè per guidare una squadra servono tonnellate di energia e io avevo bisogno di ricaricare le batterie. Venivo da stagioni incredibili con 14 trofei conquistati in soli quattro anni. Quando arrivi a certi livelli diventa complicato vincere ancora. Quando ho scelto il Bayer? Subito. E’ bastata una chiacchierata in un VIP Lounge con Karl-Heinz Rummenigge e Uli Hoeness. Abbiamo parlato del mio futuro davanti ad un caffè e alla fine ho accettato. Gestire le stelle di una squadra non è facile perchè tutti vogliono giocare. Il problema è che in campo ne posso mettere undici alla volta. Chi resta in panchina non è felice. E poi c’è la pressione della stampa e dei tifosi che sponsorizzano alcuni giocatori. Mi ricordo che al Barcellona una volta lasciai in panchina Messi: scoppiò un putiferio