2016

Ancelotti: «La nazionale inglese? Prima l’Italia!»

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Bayern Monaco: Ancelotti parla di nazionale inglese ed Italia, guardando al futuro. Su Conte al Chelsea: «Dategli tempo, ma vincere lì è dura». Poi quel retroscena del passato sul Manchester United 2013…

Carlo Ancelotti è uno dalle idee da sempre chiare: l’attuale tecnico del Bayern Monaco, da poco alle prese con una piccolissima crisi per gli standard (altissimi) tedeschi, non guarda così mai troppo avanti. Il suo nome di recente è stato accostato alla panchina della nazionale inglese: Ancelotti non disdegnerebbe un incarico del genere, ma nel suo cuore c’è prima l’Italia. «Una nazionale? Me lo chiedono sempre anche in Italia, ma io di solito resto in un club almeno un paio di anni, come già successo di recente. Mi piacerebbe rimanere qui ancora un po’, poi sceglierò tra Inghilterra ed Italia – le parole di Ancelotti al Mail on Sunday . La nazionale inglese? Beh, adesso c’è Gareth Southgate. Poi dopo perché no? Prima viene la nazionale italiana». Ancelotti ha allenato il Chelsea in Premier League

BAYERN, ANCELOTTI: «ERO VICINO ALLO UNITED. CONTE…» – A proposito di Chelsea, adesso sulla panchina dei londinesi c’è un altro italiano, Antonio Conte: «Conte era il mio capitano alla Juventus: la stessa passionalità che aveva da giocatore, ce l’ha da allenatore. Sono certo che abbia intenzione di fare grandi cose al Chelsea, anche se non lo conosco bene come tecnico – continua Ancelotti – . Se avrà successo lì? Dipende dall’obiettivo del club. Se l’obiettivo è vincere la Premier… è dura. Se l’obiettivo invece è costruire un gruppo con una nuova idea di calcio, allora con lui il Chelsea ha buone possibilità. Ogni allenatore ha bisogno di tempo, ma non credo che ce ne diamo sempre tanto». Quindi un retroscena del passato, sempre legato al calcio inglese: «Dopo Sir Alex Ferguson nel 2013 potevo diventare allenatore del Manchester United. Il motivo per cui non se ne fece nulla è che avevo già dato la mia parola al Real Madrid. Lo United è una squadra incredibile, chiunque vorrebbe allenarla, ma io avevo già parlato col Real: questa è l’unica ragione».

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