2018

Batistuta a Firenze: «Tornare qui è fantastico. Il numero nove? In Argentina è sfida tra Icardi e Higuain»

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Gabriel Omar Batistuta è tornato a Firenze per presentare il suo docu-film ‘El Numero Nueve’. Le sue parole poi su Fiorentina-Roma, Icardi, Higuain e non solo…

Tornato a Firenze per presentare il suo docu-film ‘El Numero Nueve’, Gabriel Omar Batistuta è stato riabbracciato dalla città che per tanti anni lo ha osannato da attaccante della Fiorentina. L’ex calciatore, nella cornice di Palazzo Vecchio, ha poi incontrato i giornalisti parlando del suo film, ma non solo: «Non volevo raccontare la mia carriera, non mi piace vedermi in tv. Volevo solo dimostrare ai bambini della mia città che tutto è possibile. Tornare qui a Firenze è fantastico, da qui non me ne sono mai andato. Ho capito perchè il popolo viola si è arrabbiato quando mi trasferii alla Roma, ne è valsa la pena rompersi le caviglie per vivere tutto questo» le parole riportate da Sky Sport. Sull’imminente sfida Fiorentina-Roma: «Sono due squadre cue porto nel cuore, la prima partita che vidi al ‘Franchi’ fu proprio un Fiorentina-Roma, quando giocavo il ‘Viareggio’. Sono un tifoso viola, ma non per questo voglio il male della Roma. Io allo stadio sabato? Forse, ancora non lo so. I giallorossi possono fare qualsiasi cosa, uscire dalla Champions come vincerla. Simeone o Dzeko? Giovanni deve ancora fare carriera e so l’educazione che ha avendo giocato tanto col padre. Dzeko è più maturo e affermato».

Batistuta ha poi proseguito sui confronti Higuain-Icardi e Messi-Cristiano Ronaldo: «In Argentina si stanno giocando la maglia Icardi e Higuain. Mauro è più giovane, mi piace perchè sa uscire al momento giusto e segnare. Ronaldo o Messi? Se posso prendo tutti e due, se no prendo Leo. Sono due giocatori molto diversi, Messi partecipa molto di più al gioco, è difficile confrontarli. Ronaldo segna talmente tanto che non può volersi fermare, rientra nella categoria di quelle persone mai contente». Infine: «Chiesa? I calciatori, come tutti, vogliono fare carriera. Io non entro nella sua testa e non posso dargli consigli. Per me era meglio restare a Firenze, rappresentare una società in cui mi sentivo a casa. Futuro? Mi sarebbe piaciuto diventare presidente, ma adesso è tardi. Mi sono messo l’anima in pace. Non ho niente contro i dirigenti viola, è stata una mia decisione non essere coinvolto».

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