2015
Barzagli: «Dalla sofferenza alla gioia: Italia, ti porto fino all’Europeo»
Il difensore della Juventus: «E’ stata dura, faticavo anche ad andare in bagno»
«Oggi mi sento bene, ma non è stato facile: ho pensato anche di non poter più giocare dal dolore che avevo, poi alcuni giorni mi svegliavo bene e cambiavo umore. Finché non sono rientrato stabilmente con i compagni ho fatto fatica. Ho zoppicato per 6/7 mesi anche solo per andare in bagno la mattina, non era sicuramente il massimo». Andrea Barzagli, intervenuto in conferenza stampa a Coverciano, ripercorre le difficoltà che lo hanno bloccato negli ultimi mesi, impedendogli di scendere in campo con la maglia della Juve: «Io out per scelta tecnica? Di fatto ero a disposizione, ma, facendo allenamenti extra, non ero al massimo. Allegri mi ha inserito nel momento più giusto e ora sono felice di essere qui».
FUORI DAL MONDO – «Oggi – prosegue Barzagli – sono l’uomo più felice al Mondo, ma so comunque che le vere sofferenze sono altre. Però ne parlavo con alcuni compagni della Juventus, c’è stato un periodo in cui mi sentivo un corpo estraneo alla squadra, perché non vivi i momenti quotidiani dello stare insieme, delle gioie, del ritiro… Non è la stessa cosa vedere la partita dallo stadio, sembri quasi distaccato. Quando rientri in panchina ti risenti già nel gruppo, è stato sicuramente un periodo molto difficile e sono felice di averlo superato».
CRESCITA – Un ritorno, il suo, che ha regalato il passaggio ai quarti di finale in Champions: «Dopo tre anni giocati al massimo, una piccola flessione poteva starci. Ma l’allenatore nuovo e il gruppo, che s’è responsabilizzato parecchio, hanno contribuito a ottenere questi grandi risultati. Champions? Non so dove possiamo arrivare, anche perché spesso è questione di episodi e fortuna. Però sì, vogliamo sorprendere. L’addio di Conte? Sicuramente è stato un bello shock iniziale quando se ne è andato, è stato improvviso. La società è stata bravissima. Lui è rimasto lo stesso, un grande lavoratore, un grande trascinatore… Noi comunque abbiamo dimostrato di essere la squadra più forte di tutte, a livello di rosa ma anche di mentalità».
L’INFORTUNIO – Poi, la ricostruzione della sofferenza di questi mesi: «L’operazione in sè è andata bene, però quando ho ricominciato a correre a settembre avevo parecchi dolori. Quando mi hanno detto che era una frattura da stress all’osso operato… Mi è caduto il mondo addosso, sinceramente. E’ stato difficile, ma oggi sono qui per dare il massimo. Addio alla Nazionale? Dopo l’Europeo avrò 35 anni e io non sono Pirlo o Buffon, che possono giocare fino a 40 anni. Spero che Romagnoli, Rugani e tanti altri giovani difensori possano prendersi questa maglia».
I GIOVANI – «Gli oriundi? Ci sono sempre stati, ci sono delle regole. Se possono essere convocati e stanno facendo bene nel campionato, possono indossare la maglia della Nazionale. E’ sempre stato così, lo fanno anche altre nazionali. Sono i benvenuti nel nostro gruppo. I giovani? Nel campionato italiano ci sono tanti stranieri, i nostri ragazzi hanno bisogno di trovare continuità. Ma mi auguro che in poco tempo possano entrare in questo gruppo in pianta stabile».