2014
Baronio: «Conte ha cambiato in dieci giorni la Nazionale. Verratti rischia la convocazione»
L’ex centroampista della Lazio loda le nuove idee del commissario tecnico
La Nazionale di Antonio Conte inizia a raccogliere consensi convinti da parte della critica. Due vittorie convincenti, una in amichevole con l’Olanda e l’altra con la Norvegia. Nonostante siano stati solo dieci giorni di lavoro, l’ex tecnico della Juventus sembra aver dato la propria impronta alla squadra. Eccessivo trionfalismo o reale cambio di passo? Noi di Calcionews24 lo abbiamo chiesto a Roverto Baronio, ex centrocampista di Lazio, Fiorentina e Chievo, che con la maglia della Nazionale under 21 vinse un Europeo nel 2000.
Baronio, l’Italia sembra aver assimilato il credo calcistico di mister Conte. Crede che bisogna essere più cauti nei giudizi o effettivamente i miglioramenti sono evidenti?
«Ha dimostrato di essere un grande allenatore rivoltando completamente un club come la Juventus. Secondo me ha avuto un impatto forte e deciso anche con la Nazionale, forse è la prima volta che si vede una Nazionale cosi cambiata e bene in poco tempo. Conte ha una grande capacità e l’ha messa in pratica in questi dieci giorni: sa farsi ascoltare e guadagna la stima dei suoi giocatori. Naturalmente è stato facilitato anche dal fatto di aver convocato molti suoi ex giocatori, che conoscono bene il suo modo di giocare. Io non credo che si sia esaltato il suo lavoro troppo in fretta, effettivamente la squadra ha guadagnato in dinamismo, determinazione e gioca con un modulo molto diverso rispetto al precedente corso».
Dove ha notato i principali cambiamenti?
«Sopratutto nella gestione del gruppo, dove si vede la mano di Conte. Tratta tutti allo stesso modo, è molto esigente ma sa motivare come pochi. Le motivazioni, quando si veste la maglia azzurra, sono fondamentali. La squadra in campo corre molto e bene, in modo sicuramente diverso rispeotto alla gestione del mister Prandelli. Cesare non ha fatto male, ha raggiunto una finale agli Europei però diciamo che voleva giocare con un modulo che in Italia non siamo abituati a fare, non consono alle caratteristiche tecniche della maggior parte dei giocatori. Al momento preferisco la gestione iniziata dal mister Conte, è la migliore anche rispetto al momento».
Conte, nel post-gara della gara in Norvegia, ha detto che non ha bisogno di gente di fama ma con fame.
«Una frase che aveva detto anche appena si era insediato nella panchina azzurra, all’inizio del mandato. E’ uno che non guarda in faccia nessuno, convoca chi ritiene più funzionale, Basti pensare ai Giaccherini, con tutto il rispetto, o Quagliarella. Sicuramente cìera un riferimento a Mario Balotelli che, se vuole rientrare nel giro azzurro, deve dimostrare una attitudine diversa, di aver cambiato atteggiamento in campo. Conte vuole gente che suda la maglia e credo che queste siano caratteristiche che possano andare a genio alla maggior parte dei tifosi azzurri».
Verratti potrebbe avere difficoltà nel trovare un posto da titolare, Conte ha sottolineato come lo veda più da regista che da mezzala. E’ d’accordo?
«Io quando vedo le partite del Psg noto che è Thiago Motta il vertice basso e Verratti gioca più decentrato. Effettivamente non è il suo ruolo naturale e credo che ogni giocatore vada messo in condizione di rendere al 100%, non snaturandolo. Se Pirlo ha dato piena disponibilità a giocare è normale che abbia la precedenza, Verratti ha l’età dalla sua parte. Secondo il mio punto di vista, è possibile che arrivi un confronto tra il c.t e il giovane centrocampista. Se dovesse diventare la terza soluzione, dietro a Pirlo e De Rossi, possibile che gli venga preferito un giocatore diverso nelle convocazioni. Difficile pensare che Conte voglia tre soluzioni per lo stesso ruolo, bruciando un’alternativa potenziale in un altro».
Una Nazionale che vede Zaza e Immobile in attacco. La Juventus non ha puntato su di loro nel presente, adesso Conte si. E’ un messaggio rivolto al suo ex club?
«Non credo, sinceramente. Conte alla Juventus aveva la possibilità di scegliere anche i campioni europei e ha puntato su Llorente e Tevez, due grandissimi campioni. Non è detto che Zaza non possa rientrare a Torino tra qualche anno, Conte li ha convocati e ci punta perchè al momento danno delle garanzie e giocano come piace a lui, non risparmiandosi e cercando molto la profondità. Poi magari in futuro vedremo anche altre soluzioni ma diciamo che nelle prime due uscite hanno ripagato ampiamente la fiducia».