2016

Bari: Noordin adesso è sparito davvero

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Convocata assemblea il 24 e 25, per Paparesta c’è una terza via di fuga…

Di Ahmad Noordin Datò, ovvero l’uomo che doveva comprare il 50% (la maggioranza relativa) del Bari, non si hanno più notizie da un po’. L’imprenditore malese è di fatto sparito e pare difficile credere che, nel silenzio generale, stia ancora trattando per l’acquisizione del club col presidente Gianluca Paparesta per almeno un paio di ragioni: prima di tutto perché i soldi che aveva promesso ancora non sono arrivati, in secondo luogo perché anche coloro che sarebbero legati a lui in Italia, come l’imprenditore Giulio Violati (marito di Maria Grazia Cucinotta) e l’ex direttore sportivo del Perugia Piero Ducci, non avrebbero sue notizie da un po’. A questo punto chi si trova nei guai è Paparesta: senza Noordin dovrà trovare entro il 21 giugno, data fissata per la ricapitalizzazione del club, i 7,5 milioni di euro che servono per mantenere il controllo della società. In caso contrario il socio di minoranza Cosmo Giancaspro si è già detto pronto a prendersi tutto. 

BARI: ASSEMBLEA IL 24 E 25, C’È UNA TERZA STRADA – Nel mentre proprio il numero uno dei pugliesi ha fissato il 24 e 25 giugno l’assemblea totalitaria dei soci. Una mossa che può essere letta in duplice maniera: Paparesta è convinto di trovare i soldi (magari tramite un altro socio) per salvare il Bari e predispone il futuro, oppure il presidente sta al contrario predisponendo un futuro senza di lui, visto che se tornasse in possesso del 95% della maggioranza del club non ci sarebbe bisogno di nessuna assemblea riorganizzativa. Esiste pure a dire il vero una terza strada, anche se improbabile: Paparesta entro il 24 può versare solo un acconto dei 7,5 milioni che servono (il 35%, ovvero 2,6 milioni di euro) e prendere tempo per trovare il resto rimanendo alla guida del Bari. Si tratta di una eventualità lontana perché ci sarebbero altre scadenze da pagare comunque: stipendi di maggio, iscrizione al campionato e fideiussioni, dunque quei soldi non basterebbero in ogni a salvare la poltrona, come riporta oggi La Gazzetta del Mezzogiorno

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