2012

Bari, Matarrese: “La città ci detesta. Debiti..”

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BARI MATARRESE – La ricetta per uscire dalla crisi e far risorgere il Bari è spalmare i debiti, 20 milioni solo quelli dovuti all’erario, in modo tale che si possa attirare l’attenzione degli acquirenti. Ne ha parlato Antonio Mattarese, che ha “benedetto” l’operazione: «La gente vuole solo che la nostra famiglia vada via, si tolga dai piedi. Non hanno capito, però, che senza la famiglia Matarrese, l’As Bari è morta», ha dichiarato il patron biancorosso a La Gazzetta del Mezzogiorno.

Perché?

«Perché non c’è nessuno che si è fatto avanti. Sono state dette chiacchiere in libertà. Tranne De Bartolomeo, ripeto, nessuno ha mai mostrato interesse per rilevare la società».

C’è la questione dei debiti. Come si fa ad avvicinarsi ad una società in questa situazione?

«Solo all’erario dobbiamo pagare 20 milioni di euro spalmati su cinque anni. Cinque milioni all’anno sono tanti, troppi. Anche per noi».

Qual è, allora, la via d’uscita? Il fallimento?

«Il Bari non fallirà mai. Ma noi non possiamo pagare all’infinito. Abbiamo commesso degli errori, in passato è vero. E per questo stiamo pagando. Ribadisco, attingendo ai patrimoni personali. Oggi tutti vogliono in cambio dei soldi garanzie dalla famiglia Matarrese. Una idea, però, c’è».

Qual è?

«Un progetto tecnico: spalmare i debiti su un periodo più lungo. Questo ci consentirebbe di essere anche più appetibili sul mercato. Noi meridionali siamo abituati a soffrire e a lottare. Sperando di non essere lasciati soli».

Cosa la amareggia di più?

«L’assordante silenzio della città. Ci sono troppe persone che vogliono distruggere per il gusto di vedere distrutta una storia. Il nostro impegno, adesso, è finalizzato esclusivamente a salvare la società».

La situazione è così grave?

«Io parlo col cuore. Vivo giorni di grande e profonda amarezza. Di preoccupazione. C’è poco da ridere. La situazione del calcio pugliese professionistico è tragica. In questi momenti di turbolenza cerchiamo di mantenere accesa la fiammella, sperando che diventi una fiamma».

A gennaio si riapre il calcio mercato. Il Bari che farà?

« L’unica cosa che può fare quando servono soldi».

Pensa di candidarsi alla presidenza della Lega?

«Assolutamente no. Ho i problemi in casa e li devo risolvere. Avrei però preferito un calcio professionistico più ambizioso e meno sporco».

Cosa c’è dietro l’angolo?

«La voglia di creare le giuste sinergie. Siamo gente forte. Ma anche i forti scivolano per rialzarsi comunque. Preferiremmo non essere soli in questa battaglia».

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