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Franco Baresi: «I miei viaggi nel calcio. Berlusconi mi ha sempre sorpreso, mio fratello Beppe mi ha aiutato. Camarda è un ragazzo equilibrato. Avrei potuto giocare di più se…»
Le parole di Franco Baresi, ex difensore e capitano del Milan, sulla sua lunga carriera in rossonero. Tutti i dettagli in merito
«Ancora in gioco. Il viaggio interiore del Capitano»: è il titolo dell’ultimo libro scritto da Franco Baresi, storico numero 6 del Milan di Silvio Berlusconi. Ecco alcuni estratti dell’intervista al Corriere della Sera, nella quale spazia su tantissimi argomenti.
IL FRASTUONO NELLA FORESTA AMAZZONICA – «Sì, è stata un’esperienza che mai avrei pensato di vivere. Ho visto popoli in un mondo a sé, realtà incredibili che ti fanno pensare quanto è vasto il pianeta. Questo ti aiuta a relativizzare e a dare più valore alle piccole cose».
GLI ABUSI DI FARMACI NEL CALCIO – «Penso di non aver mai preso cose nocive. Secondo me il destino va oltre».
CAMARDA – «I ragazzi oggi sono più svegli, ma hanno più pressioni e aspettative: devono essere bravi a non farsi schiacciare. E lui è un ragazzo molto regolare ed equilibrato».
BERLUSCONI SORPRENDEVA AL MILAN – «Direi quasi sempre. Abbiamo avuto un rapporto molto bello: era attento all’atleta, ma anche alla persona. E ritirare la maglia numero 6 fu qualcosa di mai visto prima. La politica? Qualche volta mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto candidarmi a Milano. Poi ha capito che il mio carattere non era adatto».
LA RIVALITA’ COL FRATELLO BEPPE – «Sì, la rivalità è sempre stata sana e lui è stato un grande stimolo, un aiuto: era già a Milano quando arrivai ed era più avanti, anche in cucina».
CON UN MENTAL COACH AVREBBE RESO DI PIU’ – «Sì. Il calcio di oggi nella preparazione fisica e mentale è del tutto personalizzato. E in questo modo avrei di sicuro potuto fare di più: magari avrei giocato più a lungo».