2020

Barella lacrime e cuore: principe nerazzurro nella sua Cagliari

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Gol e assist per Nicolò Barella, uomo copertina di un Cagliari-Inter nel quale il centrocampista nerazzurro ha combattuto contro le emozioni del passato

Nel caso esistesse una partita nella quale Nicolò Barella non avrebbe mai voluto incidere, indubbiamente sarebbe stata quella della Sardegna Arena. Invece è toccato proprio al principe del centrocampo nerazzurro restituire entusiasmo alla formazione di Antonio Conte.

«Sono contentissimo anche se mi dispiace un po’ di aver fatto gol al Cagliari. È sempre emozionante e difficile tornare qui, però sono un professionista e devo affrontare queste partite come so fare e devo dare il massimo per la mia squadra». Questo un piccolo estratto del Nicolò-pensiero ai microfoni di Dazn.

Uno stato d’animo ben evidenziato dalle immagini immediatamente successive alla spettacolare volèe del pareggio. Con quel gesto di portare le mani agli occhi, quasi ad asciugarsi le lacrime o quantomeno a nascondere la commozione per aver trafitto i suoi colori. Perché l’attaccamento di Barella alla sua terra è profondo e simbiotico, visceralmente cagliaritano in ogni respiro e in ogni pensiero.

Alla rete, splendida per esecuzione tecnica, il polmone interista ha aggiunto la parabola maliziosa che ha sorpreso Cragno e ispirato lo stacco di D’Ambrosio. Nel contesto di una prestazione che, come al solito, è stata un concentrato di corsa, cuore e intraprendenza.

E dire che Nicolò non proveniva da una settimana semplice, considerato in particolare l’infortunio alla caviglia che ne aveva messo in dubbio la presenza contro lo Shakhtar Donetsk. Scavallata la pessima serata di Champions League, il tecnico salentino non ha però minimamente pensato di concedere un po’ di riposo al principe del suo centrocampo.

Tra un Brozovic a corrente alternata e un Sensi ancora da ritrovare. Tra un Vidal acciaccato e un Gagliardini che non accende la fantasia. Tra un Eriksen sempre o quasi corpo estraneo e un Vecino desaparecido, Nicolò Barella resta l’unico, vero elemento imprescindibile nel cuore della manovra nerazzurra.

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