2013
Barcellona, Mascherano: «Benitez? Tornerei a lavorare con lui»
Il centrocampista argentino ha lanciato nuovi segnali al Napoli.
CALCIOMERCATO BARCELLONA MASCHERANO – In vista dell’appuntamento a San Siro contro il Milan per la Champions League, Javier Mascherano ha parlato ai microfoni di “ExtraTime”. Il centrocampista del Barcellona ha colto l’occasione anche per parlare del campionato italiano, che segue particolarmente: «Oh, mica male quest’anno la Serie A. La guardo, io. E mi piace parecchio. Già lo scorso anno si vedevano progressi, però ora il livello è cresciuto tanto, si vedono belle partite. E poi la Roma, incredibile. Hanno cambiato allenatore, venduto più che comprato eppure… Sono solo curioso di vedere che cosa succederà quando perderanno. Prima o poi dovrà succedere, e avere sul collo il fiato della Juve non è roba da nulla».
TRADIZIONE – A proposito, invece, del Milan, il calciatore argentino preferisce non fidarsi dei rossoneri: «Perché è il Milan. Squadra di categoria, tradizione, gerarchia. Non ha iniziato bene la stagione, ma nelle partite dove davvero c’era da dimostrare qualcosa l’ha fatto: con noi ma anche con la Juve. Al di là del risultato (23, ndr) ha fatto una gara interessante, ha giocato alla pari a Torino. Kakà? Non mi sorprende perché io penso che il calcio è all’80% mentale e al 20% fisico. E considerando ciò che Kakà ha vissuto nel Milan, il suo miglior momento come calciatore, non credo possa sentirsi tanto bene come lì. Non so se tornerà il miglior Kakà, però sicuramente vedremo un gran bel Kakà, come contro di noi».
FUTURO IN ITALIA? – Mascherano ha parlato anche dei connazionali Tevez e Higuain e del rapporto con Rafael Benitez, aprendo a suggestivi scenari: «Tevez è ciò di cui aveva bisogno la Juventus in Europa. E quando Higuain ha firmato per il Napoli l’ho chiamato per dirgli che per il modo di giocare di Benitez si sarebbe stancato a forza di far gol. Sono giocatori diversi, ma a me il Pipita del Napoli ricorda il Torres del Liverpool, perfetti per il contropiede. Benitez? Lo sento spesso, abbiamo un gran rapporto. Io sono una persona riconoscente e Rafa mi ha preso dal West Ham dove non giocavo e mi ha dato spazio in un Liverpool pieno di grandi centrocampisti come Gerrard, Xabi Alonso, Sissoko. Di cosa parliamo? Di calcio. A entrambi piace tantissimo e ci sentiamo per commentare cose della mia o della sue squadra. Rafa vive il calcio in maniera compulsiva, e quando s’incontrano due persone così… Si è già parlato di un mio passaggio al Napoli vista la nostra relazione. Ma io oggi sono qui e ci sto bene. Poi ciò che succederà domani non lo so. Gliel’ho sempre detto e lui lo sa: un giorno mi piacerebbe tornare a lavorare con lui. Vedremo».
BLAUGRANA – Infine, spazio ad un bilancio sul Barcellona, ripartito da Martino: «Una scelta che mi ha sorpreso, non per una questione di capacità ma perché non è abituale che un grande club europeo venga affidato a un allenatore sudamericano che non ha esperienza europea. Basta pensare a Carlos Bianchi alla Roma. Martino pensa il calcio in un modo molto simile a quello del Barça. Col suo arrivo si è chiusa una tappa e se n’è aperta un’altra. Io non penso che il Tata sia qui per cambiare cose quanto per cercare alternative. Dopo tanto tempo i rivali ti hanno preso le misure e non puoi continuare a giocare sempre allo stesso modo. Lo spirito Barça non lo perdiamo, è parte del dna: cerchiamo alternative per situazioni, partite, avversari, per non ripeterci. Neymar? Gioca nella stessa posizione del Santos e la cosa lo aiuta, e poi è un ottimo ragazzo. Io avevo parlato con chi lo conosceva e le referenze erano ottime. È un ragazzo coi piedi per terra, misurato, ben appoggiato».