2009

Banti ammette la svista in Napoli – Fiorentina

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Ci risiamo. Dopo due giorni, l’arbitro Banti di Livorno, l’uomo che sabato sera ha diretto Napoli-Fiorentina, ha ammesso quanto già  parso chiaro, limpido e palese un istante dopo il fatto: il fallo di Felipe su Lavezzi era da sanzionare con il calcio di rigore. E l’espulsione del difensore per fallo da ultimo uomo. L’episodio, la casualità , colpiscono ancora. Il Napoli. Che in quel frangente conduceva per 1-0 e, a prescindere dalla trasfomazione del tiro dagli undici metri, avrebbe comunque continuato a giocare contro un avversario ridotto in dieci. Il rimpianto Dunque Luca Banti, agente di commercio livornese (come Mazzarri) che compirà  36 anni tra undici giorni, ha ammesso l’errore dinanzi ai diretti superiori dell’Aia: ho sbagliato, era rigore. Era fallo. Un’ammissione che, a quanto pare, dovrebbe costare almeno una settimana di esclusione dalla designazioni di serie A all’arbitro toscano, internazionale dal 2009 (esordio il 9 settembre in Malta-Capo Verde 0-2). Una settimana contro 3 punti. Quelli che gli azzurri rimpiangono per il rimorso di Banti. Ma nella vita, si sa, fa sempre più male un rimpianto che un rimorso. La liberazione Ne avrà  avuti diversi anche Ezequiel Lavezzi, l’uomo che con un colpo di testa aveva battuto Frey, portato in vantaggio il Napoli e, soprattutto, interrotto un’astinenza di gol al San Paolo prolungata ormai da oltre tredici mesi. Dalla sfida con l’Udinese del 30 gennaio 2009 (2-2), per la precisione. Una gioia, una liberazione festeggiata liberandosi dei pantaloncini. Zac, ammonito: per la rabbia di De Laurentiis, che dopo la sfida con il Cagliari, e il giallo rimediato ancora dal Pocho per aver sottolineato la sua rete con lo strip della maglia, aveva minacciato multe salate per atteggiamenti di questo tipo. Danni, beffe e quant’altro. Il rimprovero Tipo le critiche. Sì, perchè se è vero che Lavezzi è stato atterrato da Felipe e il rigore era sacrosanto, è altrettanto vero che qualcuno a fine partita gli ha anche imputato di aver ritardato il tiro. E dunque, non aver chiuso i conti. Più cinismo, maggiore freddezza: è quanto gli è stato chiesto. Il fatto, però, è che bomber si nasce. E allora, meglio godersi il ritorno del Pocho: luce in mezzo alle ombre. Raggio di sole che scalderà  il Napoli in vista della nuova missione: recuperare l’Europa perduta. Perchè l’argentino è classe e talento: fondamentale nell’economia di questa squadra. La condizione Sabato il San Paolo ha ritrovato il suo giocoliere: le gambe girano, altro che storie, e Lavezzi ha ricominciato a correre con la semplicità  (dribbling in corsa e cambi di direzione compresi) che lo ha reso celebre. La condizione fisica cresce, giorno dopo giorno: a Bologna i primi segnali, con la Fiorentina la conferma. Non resta che trascinare il Napoli anche al Meazza con il Milan. Già , perchè la storia di questo campionato racconta che Eze segna più contro le grandi squadre: all’andata si è esibito all’Olimpico con la Roma e proprio a San Siro ma con l’Inter; al ritorno, con la Fiorentina al San Paolo. Graffi d’autore quanto inutili, suo malgrado (il quarto, a Cagliari, rientrò nel 3-3 finale). Considerando che i confronti con il Milan lo hanno sempre esaltatato, non resta che ripetersi e invertire la tendenza. Anche perchè andrà  in scena un derby tutto sudamericano: con il brasiliano Thiago Silva. Un aperitivo Mondiale.

Fonte: Il Mattino

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