2017
La tratta dei giovani africani: indagate Inter e Fiorentina?
Le indagini della Procura di Prato sgomina un sistema che prevedeva il tesseramento di giovani calciatori dall’Africa
Scandalo a Prato, dove la procura ha proceduto all’arresto di diverse persone in seguito alla denuncia di un allenatore ivoriano – cacciato dalla Sestrese – che aveva messa in dubbio la pratica per il tesseramento di un ragazzo e la dichiarazione della madre («Sì, quel ragazzo è mio figlio»), fondamentale per metter sotto contratto il figlio. Secondo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”, l’esame del DNA ha rivelato la falsità della dichiarazione e quindi l’inesistente legame di sangue, con l’effetto-domino dell’inchiesta, che ha portato la Procura locale a scovare tante irregolarità. Molti ragazzi sarebbero arrivati dall’Africa in Italia con documentazioni fittizie, quanto bastava per ottenere il permesso di soggiorno e poi il tesseramento di alcune società, speranzose di farci una plusvalenza. Il nome-chiave di quest’inchiesta è Paolo Toccafondi, a.d. del Prato ed ex calciatore (ha militato in C1 e C2 tra anni ’90 e 2000); con il presidente della Sestrese Filippo Giusti, Toccafondi avrebbe messo in piedi questo sistema per introdurre illegalmente giovani ragazzi dalla Costa d’Avorio e dal Senegal.
NON SOLO LEGA PRO – Dopo indagini durate mesi, ieri il Gip ha agito: Toccafondi interdetto per 4 mesi dalla gestione della società, Giusti e il procuratore Filippo Pecini ai domiciliari; in carcere la falsa mamma (che avrebbe giurato il falso per denaro), mentre le intercettazioni avrebbero rilevato combine in Lega Pro e nei Dilettanti. Tuttavia, anche Fiorentina, Inter e Cittadella sembrano coinvolte in quanto parte lesa: a rischiare la squalifica è una giovane promessa, quel Cristian Kouamé che ha fatto discretamente nell’ultima stagione con il Cittadella in B. Bisognerà però capire se il giocatore era consapevole di questa violazione, lui che era passato per la Primavera dell’Inter (per sei mesi in prestito con diritto di riscatto, poi non esercitato). Le parole di Luca Lotti, ministro per lo Sport, trasudano preoccupazione per la vicenda: «Siamo preoccupati: daremo tutto il supporto agli inquirenti e abbiamo massima fiducia nella magistratura».