2014

Auguri Marco, 50 anni in 10 gol

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Oggi compie gli anni il miglior numero nove che la storia abbia mai avuto

MARCO VAN BASTEN, SIGNORE E SIGNORI – Il miglior numero nove nella storia del calcio è stato senza dubbio Marco van Basten. Pelè giocava un altro calcio, Ronaldo non era esattamente un centravanti come l’olandese, Maradona poi era un altro tipo di giocatore: non c’è niente da fare, van Basten era il migliore. Esattamente il 31 ottobre 1964 Utrecht passava alla storia, se in quel giorno Marcel van Basten detto Marco non fosse nato lì a quest’ora la cittadina neerlandese verrebbe ricordata solo per la Domkerk e una squadra locale non proprio fenomenale. Il Cigno compie 50 anni, più di metà passati sui campi di calcio a incantare con le maglie di Olanda, Ajax e soprattutto Milan, con il quale si è ritirato per dei maledetti dolori alla caviglia a 29 anni da compiere. Come in certi romanzi il destino si è dimostrato beffardo, privandoci per almeno altri 6 o 7 anni di un capolavoro calcistico come l’olandese. Il suo nome rimarrà però sempre inciso nella storia, abbiamo scelto 10 gol significativi della sua carriera proprio per festeggiare il suo 50° anniversario. Auguri.

10. RITIRO DI ALBERTINI – Si parte dalla fine, dall’ultimo gol segnato in rossonero. E’ il 15 marzo 2006 e Demetrio Albertini sta dando l’addio al calcio a San Siro in uno stadio strapieno. Gioca il Milan di Sacchi contro il Barcellona e a un certo punto un Evani un po’ appesantito riprende il piglio di 15 anni prima e si invola sulla fascia, crossa in mezzo e in area, alla veneranda età di 42 anni, trova il miglior bomber di sempre: in tuffo di testa van Basten batte il portiere, fa esplodere San Siro e venire i brividi ai tifosi in tribuna. Nonostante gli anni che passano, il senso del gol non scade mai.

9. PISA – MILAN – Van Basten ha lasciato tanto al calcio italiano e mondiale, ad esempio ha messo il copyright sui calci di rigore. Alla prima di campionato con la maglia del Milan il 13 settembre 1987 a Pisa segna il 3-1 decisivo su penalty e lo fa alla sua maniera: saltino prima della rincorsa, passi brevi e fulminanti e piattone a spiazzare il portiere. Lo farà quasi sempre in carriera, venendo ipnotizzato solo nel 1992 sa Schmeichel agli Europei. Curiosità, quel giorno a Pisa fece gol a Nista, il portiere al quale sei anni dopo segò l’ultima rete ufficiale col Milan.

8. MILAN – EMPOLI – Arrivato in rossonero van Basten si fa male quasi subito e la prima stagione è un calvario: solo undici partite e tre gol. Oltre a quello al Pisa su rigore ce n’è un altro segnato a una toscana, forse il gol decisivo nella carriera del Cigno. I tifosi rossoneri devono ancora saggiarne le doti e lui, al rientro da un infortunio, li accontenta un pomeriggio di aprile dell’88 quando contro l’Empoli salta un difensore e decide la gara con un bolide dai venticinque metri. E’ il gol della consacrazione, è il passo decisivo verso il primo Scudetto di Sacchi.

7. MILAN – BARI – Fino a van Basten nessuno avrebbe mai pensato che uno spilungone così potesse avere tutta quella tecnica. Se prima chi era alto più di 1.90 m era un pennellone d’area, adesso il concetto è cambiato: il destro di van Basten era in grado di fare cose che nemmeno i giocatori che oggi chiamiamo fenomeni sono capaci di fare. Prende il gol del marzo 1992 al Bari, una punizione pennellata all’incrocio dei pali come non se ne vedono più. Quanta qualità in quel piede, quanta qualità.

6. AJAX – VOLENDAM – Prima di arrivare al Milan, van Basten ha lasciato qualche marchio in giro per l’Olanda. Ne sanno qualcosa i difensori del Volendam, che in una partita di Eredivisie 1984-85 lo videro letteralmente danzare. L’etoile è quello di Amsterdam, il primo ballerino ha il nove sulle spalle: prima salta con eleganza un difensore, poi un altro con un doppio passo che sembra di una facilità estrema (e ovviamente non lo è) poi da fuori area col piede sordo – il sinistro – lascia andare un pallonetto delicato e forse anche un po’ borioso che muore all’incrocio dei pali. Applausi a scena aperta.

5. PESCARA – MILAN – In una delle partite più pazze degli ultimi trent’anni di calcio italiano, volevate che non ci fosse la firma di Marco van Basten? Il 13 settembre 1992 il Milan degli Invincibili di Capello è sotto 4-2 al 25′ a Pescara, ma l’olandese che il Diavolo ha in attacco non è d’accordo. Prima accorcia le distanze, poi segna una rete sublime come solo lui sa fare, ovvero rendendo una roba ovvia e logica qualcosa che in realtà è inumano. Su un cross dalla destra stoppa di destro il pallone tra due difensori e in un fazzoletto inarca il piede per battere di piatto Marchioro. Contro le leggi della fisica.

4. REAL MADRID – MILAN – Questo gol è fuori dal podio perché l’UEFA non ha affatto fantasia e lo ha fatto passare agli almanacchi come autogol di Buyo, attirando una maledizione tipo quella di Guttmann per il Benfica. 5 aprile 1989, semifinale di andata di Coppa dei Campioni al Bernabeu, il Milan sta diventando la squadra di club più forte di sempre ma ancora non lo sa. Tassotti avanza indisturbato fino al limite dell’area del Real Madrid e crossa al centro. Van Basten è al limite dell’area, leggermente più avanti rispetto alla palla e decide di tuffarsi per colpire di testa. Il movimento che fa il corpo dell’olandese è innaturale, andando verso il basso riesce a indirizzare la palla in alto e a fare un pallonetto sul portiere. La palla va sulla traversa, sulla schiena del numero uno madridista e entra. Il Buyo oltre la siepe.

3. AJAX – DEN BOSCH – Il fatto che la maggior parte dei gol segnati da van Basten sia stata siglata senza tenere i piedi per terra potrebbe essere pure una metafora, ma noi ce ne freghiamo. Ajax – Den Bosch del 1986-87 è la summa della classe del Cigno, che su un cross dalla destra guarda il mondo sottosopra e infila il pallone all’incrocio dei pali. Il movimento delle gambe è una lezione di acrobazie, la sforbiciata perfetta che colpisce il pallone anche in modo sporco ingannando il portiere. Poi la palla finisce ne sette e quindi sono solamente inchini e applausi. Esteticamente uno dei gol più belli di sempre, arte pura.

2. MILAN – GOTEBORG – Se si parla di rovesciata, eccone una che batte quella in maglia ajacida. Il 25 novembre 1992 il Milan ospita il Goteborg in Champions League e per la seconda volta in carriera van Basten segna 4 gol in una partita di coppe europee, è il primo a farlo in Champions (e diciassette giorni prima al San Paolo aveva insaccato un altro poker). Pochi giorni dopo riceverà l’ennesimo Pallone d’Oro in carriera, frutto anche di quella rovesciata splendida contro gli svedesi. Cross dalla destra e spalle alla porta ecco la bicicletta di Marco, che impatta di collo pieno mandando in visibilio i tifosi del Milan e i calciofili in mondovisione. Più che un gol è una palese dimostrazione di superiorità.

1. OLANDA – URSS – Se in quel pomeriggio messicano di giugno del 1986 Maradona non avesse preteso di scartare l’Inghilterra e depositare il rete il Gol del Siglo, a quest’ora nelle gol parade mondiali al primo posto avremmo van Basten. In finale agli Europei del 1988 arrivano Olanda e URSS, gli oranje sono in vantaggio grazie a un gol di Gullit quando Muhren da sinistra decide di lanciare sulla fascia opposta van Basten. Impossibile tirare da una posizione così laterale e vicina alla linea di fondo ma il concetto di impossibile viene ridimensionato quando in campo c’è van Basten. Colpisce il pallone in un modo speciale, mai visto nella storia, e lo manda sul palo opposto con Dassaiev incolpevole. E’ una magia, è l’ottava meraviglia del mondo.

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