2017

Allarme Milan: il mercato faraonico crea le prime crepe nello spogliatoio

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il mercato faraonico ha certamente risollevato l’umore dei tifosi del Milan, ma sul lungo periodo c’è il rischio di spaccare lo spogliatoio. Il nodo che dovranno sciogliere Fassone e Mirabelli riguarda il monte ingaggi

Non è tutto oro quello che luccica. Non c’è modo migliore per sintetizzare la situazione del Milan, il grande re del mercato estivo, che non ha badato a spese assicurandosi giocatori di spessore internazionale. La società rossonera non ha perso tempo e, con un giugno molto intenso e un luglio straordinario, ha già provveduto a regalare a Montella innesti di assoluto valore, già impiegabili anche per il preliminare di Europa League. Per colmare le lacune tecnico-tattiche dei rossoneri la nuova proprietà ha dovuto darsi da fare, spendendo cifre da capogiro. Sia per i cartellini, che per gli ingaggi, inflazionati perché il Milan deve rispolverare la propria gloriosa storia dopo anni di vacche magrissime.

Un monte ingaggi da rivedere: quanti squilibri fra nuovi e vecchi

Il nodo principale che Mirabelli e Fassone non dovranno trascurare riguarda appunto il tetto salariale. A nessuno dei nuovi arrivati è stato offerto un ingaggio più basso rispetto ai due milioni di euro a stagione. Una strategia per certi versi obbligati, perché la mancanza della Champions League doveva essere compensata con i soldi, unico argomento che il nuovo Milan poteva spendere in maniera oculata. E poi ci sono Donnarumma e Bonucci che abbattono ogni logica, abbattendo il tetto dei sei milioni di euro a stagione. Certo, il valore dei due giocatori è indiscutibile, ma la società ha trascurato in maniera troppo evidente la vecchia guardia.

Emblematico è il caso di Suso, che guadagna ancora un misero (si fa per dire) milione di euro all’anno. Per non parlare di Jack Bonaventura, fermo a due milioni nonostante sia una delle colonne portanti del Milan del presente. Questo aspetto merita attenzione da parte della dirigenza, anche perché sono state fatte delle scelte che sconfinano anche dal discorso economico e che riguardano la fascia di capitano. La promozione di Bonucci certo non è passata inosservata e i senatori Abate, Montolivo e Antonelli, al di là dell’importanza che possano avere nel progetto, potrebbero mugugnare alla prima occasione. Per guardare al futuro, il Milan non deve dimenticarsi del passato e del presente: fare i conti con le ultime stagioni è un obbligo.

 

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