2017

Attacco leggero, difesa bunker: i pro e i contro della Roma

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I veri priblemi di attacco leggero ce li ha la Roma: lo dicono i numeri. Ma è la difesa bunker ad equilibrare tutto

Il pareggio a reti bianche al Bentegodi di Verona contro il Chievo porta ancora con se strascichi di malumore. Ci si aspettava una vittoria schiacciante, sia per la differenza di potenziale delle formazioni in campo, sia per le approfittare degli stop di Juventus e Inter0-0 nell’anticipo del Saturday night –. Eppure così non è stato. Sorrentino si è trasformato in un autentico para tutto e a nulla sono serviti i 26 tiri verso la porta effettuati dagli uomini di Di Francesco. Anche perché di questi solo 8 sono effettivamente finiti nello specchio della porta. A questi, come detto, ci ha pensato Sorrentino, in giornata super. Il pareggio a reti bianche di Verona, però, evidenzia due caratteristiche fondamentali di questa Roma, che sono anche il suo peggior difetto e il suo miglior pregio: l’attacco leggero e i clean sheet.

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L’attacco leggero dell Roma è imputabile alla scarsa precisione al tiro

Per accorgersi di quanto sia effettivamente leggero l’attacco giallorosso, basta leggere il dato riferente il numero di goal segnati – in campionato – dagli uomini di Eusebio Di Francesco: 27. Il dato, in se, non fa scalpore fino a quando non si leggono i numeri delle principali contendenti. È la Juventus a guidare questa particolare classifica con 41 reti all’attivo. Seguono il Napoli (nonostante un solo goal segnato nelle ultime tre partite) e Lazio con 35 centri. Poi, ancora, l’Inter capolista con 33 reti e la Samp con 30. Basti pensare che la Roma è riuscita a segnare solo 5 reti in più di Milan e Udinese per riuscire a captare un vero e proprio campanello d’allarme. Campanello d’allarme che sente forte e chiaro il tecnico ex Sassuolo che, non a caso, nei minuti finali della sfida contro il Chievo ha impostato una formazione iper offensiva, con Dzeko, Schick, Perotti, Under ed El Shaarawy contemporaneamente in campo. Non riuscendo comunque a segnare nemmeno una rete.

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Il primato nei clean sheet compensa l’attacco leggero

L’atteggiamento iper offensivo ha creato qualche grattacapo di troppo alla Roma nei concitati minuti finali ma è lo stesso tecnico giallorosso a spiegare che la sua è stata una scelta presa con piena coscienza. Intatti, se l’attacco appare davvero troppo leggero per poter competere con Inter, Napoli e Juventus, è il reparto offensivo il fiore all’occhiello di questa squadra, capace di garantire al tecnico una sicurezza tale da poter scegliere di schierare contemporaneamente cinque giocatori dalle caratteristiche prettamente offensive, senza particolari remore. È, appunto, di Alisson il primato nella classifica dei clean sheet della Serie A, fino ad oggi, con 8 partite senza subire alcun goal (primato condiviso con Samir Handanovič, saracinesca dell’Inter). Dietro di lui, troviamo Reina con 7 clean sheet, poi Buffon con 5. Come dire, è il 53,3% di clean sheet a compensare, per ora, il 46% di precisione media al tiro. È la difesa bunker a ovattare l’attacco leggero. Di Francesco lo sa ed è per questo che aspetta il ritorno del miglior Dzeko. Prima che sia troppo tardi.

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