2017

Atletico Tucuman, 114 anni per vincere la Copa Libertadores

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L’Atletico Tucuman si consegna alla storia del calcio con una rocambolesca corsa contro il tempo e la vittoria della Copa Libertadores

Forse il National sapeva che, se la squadra dell’Atletico Tucuman avesse raggiunto il campo di gioco non ci sarebbe stata partita, forse nella torre di controllo dell’Aviazione Civile dell’Ecuador c’erano dei tifosi del National che non volevano rendere la vita facile alla squadra avversaria. In ogni caso l’Atletico Tucuman la sua storia l’ha scritta e in una maniera che, probabilmente, tra qualche anno vedremo in un film. Ma facciamo un passo indietro. La squadra di Pablo Lavallen, per prepararsi al meglio, sceglie come destinazione Guayaquil a 2850 metri di altitudine. Per raggiungere Quito a questo punto è necessario un volo, privato, che è in programma all’aeroporto di Guayaquill. Ma quel volo, secondo la torre di controllo dell’Aviazione Civile ecuadoriana, non corrisponde alle norme vigenti.
Il problema è serio: in Libertadores se ti presenti con quaranta minuti di ritardo, la partita la vince il tuo avversario. A tavolino. Una finale di Copa Libertadores, vinta a tavolino, perchè il volo che dovrebbe portare l’Atletico Tucuman a destinazione “non corrisponde alle norme vigenti”.

VOLO DI LINEA MA SENZA DIVISE – Se questa storia fosse un film, l’Atletico Tucuman arriverebbe a destinazione un minuto prima della dichiarazione di “vittoria a tavolino”, con già indosso le divise. Ma questo non è un film, è la vita vera. E l’Atletico Tucuman allo stadio ci arriva, grazie ad un volo di linea. All’Areoporto di Quito, a tredici minuti dall’inizio del match, mentre le televisioni locali iniziato il countdown per la vittoria a tavolino, un autobus turistico li aspetta per portarli allo stadio. E qui, come in “Mamma, ho perso l’aereo” viene fuori il secondo problema. I bagagli sono rimasti sul volo, non quello atterrato a Quito, quello che dovevano fare con il jet privato a Guayaquil. Problema: senza divisa non si può giocare. L’arbitro non darà mai il via. Un dirigente del Tucuman non si perde d’animo, telefono alla mano trova i colleghi dell’Argentina, stessi colori sociali: la nazionale Under20 sta giocando proprio a Quito. Le maglie ci sono, certo, hanno i nomi degli argentini ma poco conta la partita si può giocare. E vincere. Perché dopo tutte queste avventure anche gli avversari sapevano che quella partita l’avrebbero persa: è il gol di Fernando ‘el Chajarì’ Zampedri a consegnare il titolo della Coppa Libertadores al Tucuman che passerà alla storia per la finale più strana mai giocata.

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