2015

Atalanta, Reja: «Europa? Sogno possibile»

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Il tecnico nerazzurro loda Percassi: «Organizzazione da big»

Dopo la salvezza conquistata in extremis nella scorsa stagione, Edy Reja si è sentito di fare una sola promessa ai tifosi dell’Atalanta durante la festa della Dea: «Lavoreremo per far sì che allo stadio vi divertiate», ha garantito il tecnico nerazzurro, che sta mantenendo la parola data. Questa filosofia lo ha guidato nelle avventure con Napoli e Lazio, ora ci prova a Bergamo: «Il tifoso deve vedere anzitutto un bel calcio anche se un club di provincia non può spendere le cifre di un club metropolitano per comprare i campionissimi. Qui a Bergamo ho capito ben presto che la gente si identifica totalmente con la sua squadra, c’è un legame forte, la passione è anche orgoglio. Al ritorno da Roma ci hanno accolto in mille, passavo fra le ali di folla e le mamme mi davano in braccio i loro figlioletti manco fossi un Papa… Toccante. Ti senti in famiglia e quindi sei portato a dare tutto te stesso per raggiungere il traguardo più alto possibile», ha raccontato Reja ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

LO SGAMBETTO – Non è euforico, ma sicuramente felice Reja per la vittoria contro la Roma. Resta con i piedi ben piantati per terra, pur essendosi ritagliato una grande soddisfazione: «Da atalantino, non da laziale, sebbene Tare in diretta tv abbia voluto ringraziarmi… Ammetto comunque che aver superato anche i giallorossi dopo il 2-1 alla mia Lazio mi è valso il perdono dell’amico Lotito». Vedere che la squadra segue le sue indicazioni con convinzione è un’altra soddisfazione per Reja, che sta ricevendo riscontri positivi dal 4-3-3: «La scelta fatta in estate è nata rivedendo la partita della passata stagione proprio contro la Lazio: con quei due imprendibili folletti sulle corsie laterali, Gomez e Moralez, è il sistema di gioco ideale… Domenica lo abbiamo applicato al massimo livello raggiunto finora. I nostri avversari hanno pagato la fatica fisica fatta nel pantano di Bologna e la botta psicologica di Barcellona, questo va riconosciuto. Noi abbiamo interpretato la sfida in modo quasi perfetto e così li abbiamo battuti giocando un bel calcio, è stata la nostra esibizione più spettacolare ma non l’unica di alto profilo contro gli squadroni. Anche con Inter e Milan le prestazioni avevano toccato punte di notevole qualità».

TALENTI – Ora l’Atalanta deve provare a ripetersi contro Palermo e Napoli, perché ci sono ampi margini di crescita. Soprattutto in attacco: «Una formazione che ha il nostro impianto di gioco deve segnare di più. E perciò le scelte di finalizzazione della manovra devono essere fatte con maggiore calma e ragionamento. La tenuta difensiva può migliorare di molto se riusciamo a guadagnare cinque metri verso il centrocampo», ha spiegato Reja, che si è detto sorpreso da De Roon: «Anche per la giovane età. Vedendolo all’opera in ritiro ho subito pensato di poterlo trasformare nel centrocampista centrale che mi protegge la difesa. E lui si è calato immediatamente nel ruolo, quando lo metto in campo non delude mai. Però certe acrobazie di Pinilla o la tempra di Denis sono sempre un qualcosa da rimarcare: lo spettacolo si fa soprattutto in zona gol. Dei due piccoletti ho già detto: immarcabili fra le linee. Due rompiscatole».

RICHIESTE – Si parla poi di obiettivi: «Il presidente mi ha chiesto anzitutto una salvezza tranquilla e per quella meta siamo messi benone. La classifica attuale ci autorizza a fare un pensierino all’Europa, ma potrò essere più preciso, al riguardo, dopo la sfida prenatalizia al Napoli. Il lotto dei pretendenti all’Europa è nutrito. Il presidente, per come è fatto, è capacissimo di andare a caccia sul mercato di gennaio, questo lo so. Ma io non gli chiederò niente… Percassi ha dotato l’Atalanta di un’organizzazione da grande squadra, Napoli e Lazio non dispongono nè di queste strutture nè di questa capillare distribuzione dei compiti».

CHAMPIONS E NAZIONALI – Dagli obiettivi si passa poi ai sogni: «In effetti ci sarebbe una cosuccia che con la Lazio mi è rimasta qui per due volte di fila e che mi piacerebbe raggiungere… Ma non vorrei passare da esagerato, non è nella mia natura fare proclami roboanti, sparare alto. Beh, vorrei tanto ascoltare dal campo una musica sentita solo davanti alla tv… Quella della Champions… Ah quanto mi piacerebbe… Nazionale? Ma c’è Zaccheroni che ha fatto il selezionatore e poi chissà quanti altri bravissimi colleghi… Adesso però mi ha messo la pulce… In realtà un paio di nazionali mi hanno contattato… Nell’Est europeo ho molti estimatori». 

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