2013

Atalanta – Udinese, Giacomelli: «Ho commesso un errore»

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ATALANTA UDINESE GIACOMELLI – Uno degli esempi di caso arbitrale, in queste prime tredici giornate di campionato, è sicuramente quello legato alla sfida tra AtalantaUdinesecon l’arbitro Giacomelli che aveva prima ssegnato il penalty ai friulani, prima di stravolgere tutto e dare punizione ai nerazzurri per un fuorigioco di Danilo, colui che aveva subito il fallo. Il fischietto, come si legge stamani sulla Gazzetta dello Sport, è tornato su questa sua decisione.

HO SBAGLIATO – «Non è facile in quegli attimi ricostruire l’azione – ha esordito Giacomelli – , e a me mancava un passaggio: capire se la palla era giocabile o meno da Danilo. Alla fine abbiamo preso la decisione sbagliata, ma per capirlo sono serviti quattro giorni e una nota della Fifa. Per questo dico che la moviola in campo non sarebbe servita. Io sono favorevole all’uso della tecnologia per il gol non-gol, non per altro. Perché ci ho messo tanto a tornare sui miei passi? All’auricolare stavamo già discutendo e ho chiesto a Bellini, capitano dell’Atalanta, di allontanarsi. Per trenta secondi sono riuscito a confrontarmi solo con Faverani ed è stato una sorta di miracolo perché di solito i giocatori ci circondano subito per metterti pressione.»

CHE ORECCHIO – Giacomelli ha parlato anche della difficoltà, da parte degli arbitri, di gestire gli episodi in campo e contemporaneamente i dialoghi con i collaboratori: «Dopo Atalanta-Udinese mi telefonò il mondo intero. Credo che l’unico a non chiamarmi sia stato Papa Bergoglio. L’auricolare? A volte senti tre voci insieme, la comunicazione è problematica. Domenica ho fatto l’addizionale a Orsato che aveva la tosse: sono tornato a casa con l’orecchio grande come quello di Dumbo. Gli arbitri sono un po’ narcisisti? Un po’ sì, basta vedere le nostre divise, sembriamo dei fighetti…»

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