2016

Atalanta e Torino, parla Mondonico: «I risultati sono frutto del lavoro»

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Atalanta e Torino sono state due panchine importanti per Emiliano Mondonico. Il suo commento al campionato eccezionale che entrambe stanno disputando

Atalanta e Torino: se ci avessero chiesto, ad inizio campionato, dove le avremmo visto dopo tredici giornate, probabilmente non avremmo detto a combattere per un posto in coppa. Forse avremmo potuto pensarlo del Torino di Mihajlovic, ma non dell’Atalanta. Gasperini è un maestro di calcio e probabilmente gran parte dei buoni risultati è da ascrivere al suo lavoro.

MONDONICO, 13 ANNI DI VITA SU DUE PANCHINE – Chi meglio di Emiliano Mondonico può parlare del Torino e dell’Atalanta. Lui che ha passato 13 anni della sua carriera in entrambe le realtà. Si inizia a parlare del fenomeno Atalanta: «Stanno raccogliendo i risultati del lavoro di un eccellente vivaio, è nato un mix di giovani che sembrano adulti e di adulti che sembrano giovani. All’inizio ci sono state difficoltà, molti pensavano che la rosa non fosse adatta per fare meglio dello scorso anno. Gasperini ha avuto qualche difficoltà, poi ha capito che era a Bergamo, una piazza molto difficile e che doveva scegliere un calcio provinciale e meno spregiudicato, quindi evitando di schierare tre uomini offensivi e puntando sui giovani. E guardate che calcio provinciale non è un’offesa, così l’Inter del Trap ha vinto uno scudetto. Un allenatore deve adattarsi all’ambiente, e non viceversa. Gasperini è stato brave a trovare in brave tempo un grande feeling con i tifosi, questa squadra è bergamasca dentro».
CALDARA, KURTIC, PETAGNA: LA FORZA OROBICA – Valutando i singoli interpreti, Mondonico individua i giocatori che sono il simbolo di quanto affermato alla Gazzetta dello Sport: «Caldara: ero ospite con lui in una trasmissione tv, ho capito la sua maturità quando mi ha spiegato tutti i movimenti della difesa a 3. Un ragazzo non banale, lontano dal modello del bamboccione italiano che piace tanto all’estero. Kurtic: ha entusiasmo e voglia di imparare. Un giocatore moderno, eclettico, visto che può fare il mediano o l’esterno o la mezzala. Petagna? Mi ha colpito la capacità di sentire la porta come pochi. Il vero centravanti boa».

IL TORINO DI MIHAJLOVIC: PERFETTO – Il Torino in settima posizione con l’obiettivo dell’Europa: «Mihajlovic si sta dimostrando perfetto, è uno da Toro. Ma avete mai visto un allenatore che dice prima dell’inizio del campionato: “L’obiettivo è andare in Europa, se non ci andiamo è un fallimento”? Di solito si resta prudenti, si ricorda che bisogna stare con i piedi per terra, non si fanno strategie. Lui no, crede nei suoi giocatori, per questo ha messo in chiaro le cose. Mi piace perché è diretto. Il famoso tremendismo granata copiato ed esaltato da Conte alla Juve. Ci assomigliamo con Mihajlovic. Lui ancora più esuberante, uno che esplode sempre e ogni tanto è calmo. L’opposto di Gasperini che è sempre calmo e ogni tanto esplode».
BELOTTI PUNTA DI DIAMANTE – L’attaccante, di nuovo a segno nell’ultimo match, è stato anche allenato da Mondonico ai tempi dell’Albinoleffe: «I dirigenti mi parlavano benissimo di quel ragazzo che giocava negli Allievi. Si diceva che era destinato a un grande futuro, che era bravo con i piedi e non mollava mai. È l’attaccante ideale per il Toro. Mi ricorda Vialli quando era alla Cremonese».

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