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Atalanta Torino: le risposte per Gasperini e Juric
Atalanta Torino ha regalato ai bergamaschi la vetta della classifica ma al contempo fornito risposte concrete a Gasperini e Juric
Non ci si aspettava che fosse Koopmeiners il mattatore di Atalanta Torino, ma l’olandese se lo è ampiamente meritato perché sta diventando ciò che è il connazionale De Roon per Gasperini: una garanzia (e non era così scontato). E tra le garanzie c’è il suo sinistro efficace nei tiri da fuori (il più bello ha visto l’opposizione di Milinkovic, bucato invece da un rasoterra maligno a inizio ripresa).
Atalanta Torino è finita 3-1 e c’erano tutte le premesse perché la partita regalasse occasioni d’interesse.
Intanto, il ruolino di marcia delle due squadre, appaiate in classifica a 7 punti, con la prospettiva di trascorrere qualche giorno in testa insieme alla Roma e di affacciarsi con orgoglio nel gruppone delle 7 sorelle che faranno le coppe europee, allargandolo a 8. Ed in tal senso, ecco la prima risposta favorevole a Gasperini, si è vista la maggiore abitudine dei bergamaschi a gestire gare importanti: già da tempo l’Atalanta ha imparato che non bisogna essere necessariamente sempre brillanti per estrarre il massimo. E al di là dei rimbrotti continui che arrivano dal suo tecnico dalla panchina, la squadra sa rafforzarsi ancora di più quando l’inerzia è dalla sua parte, come si è visto immediatamente dopo il 2-0. Lì, in quella specifica fase, si è rivista quel brillante senso di partecipazione collettiva in entrambe le fasi che è uno degli elementi identitari dell’Atalanta, meno celebrato del famoso trovarsi da un esterno all’altro, ma non meno importante nel regalare autostima e sicurezza.
C’era poi il precedente dell’anno scorso, quel 4-4 pieno di emozioni e di rigori, a garantire premesse di una serata vivace. Non sono mancati le une e gli altri, tenendo conto che ai 4 gol vanno aggiunti 3 pali (2-1 per i padroni di casa, un altro granata è stato vanificato da un fischio dell’arbitro) e che i rigori sono stati la vera pecca della difesa di Juric. Non solo per la totale ingenuità e scompostezza degli interventi di Aina e di Lazaro. Peggio è stato il momento nel quale sono arrivati: a un minuto dall’intervallo il primo penalty ha dato sostanza a un risultato che per numeri ed entità di occasioni ci poteva stare, condannando in via definitiva un Toro dal grande volume di gioco, veloce nella trasmissione palla, incapace però di pungere (prima o poi Juric magari si convincerà che un trequartista in meno e una punta in più può proiettare più in avanti le buone capacità di dialogo dei suoi). Il rigore del 3-1 è arrivato quando l’Atalanta sembrava spaventata dal ritorno improvviso del Toro, che oltre ad accorciare le distanze sembrava in quella trance agonistica dalla quale ci si può aspettare di tutto. Colpa grave, ma che non ridimensiona la caratura dei granata. Gli uomini di Juric si muovono bene, manovrano a due tocchi, appena il pallone arriva su uno il più vicino si sposta per consentirgli un passaggio facile. E così facendo, pur essendo leggibile, nel primo tempo l’Atalanta ha opposto poco, se non con qualche fiammata, peraltro produttiva visto che Milinkovic è stato decisamente impegnato e Musso molto poco.
Nel gol del Toro c’è il meglio di ciò che sa fare, l’applicazione giusta di un gioco molto lineare e rapido, senza fronzoli. Ma davanti lo si vede poco, gli riesce di meno insistere su Pellegri può essere la soluzione giusta?). I granata rischiano di essere troppo lineari – nel senso proprio delle linee di passaggio -, codificati bene ma poco imprevedibili: non è un caso che il giocatore più abile nelle sterzate, Demba Seck, non venga molto seguito, quasi fosse un’eccezione (alle regole del mondo, canterebbe Madame). Perciò, dopo Bergamo e una prova tutt’altro che negativa, se il Toro ha già raggiunto il suo massimo dell’applicazione nello svolgimento dei compiti e per crescere di un altro passo deve solo aspettare che qualcuno, in primis Lukic, aumenti la sua incidenza: in Atalanta-Torino il contributo è stato troppo poco, a differenza di un tenace Linetty.
Quanto a Gasperini, la prima risposta è già nei non pochi volti nuovi che ci sono. Cambiare e vincere subito è una buona base per lavorare a fari spenti, se si riesce a farlo adesso che si è primi in classifica.