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Atalanta, Papu Gomez: «Ha carattere, gioca bene ed è più matura: perchè non sognare lo Scudetto?»
Atalanta, le parole dell’ex Papu Gomez sulla lotta Scudetto e sul perchè la Dea può riuscire nella storica impresa
L’Atalanta si risveglia questa mattina prima in classifica, grazie anche al passo falso del Napoli contro la Lazio. A Bergamo la città intanto inizia a sognare in maniera non più così nascosta il primo storico Scudetto, mentre la concentrazione della squadra è al Real Madrid in Champions League: le Merengues sono in un momento delicato e la Dea vorrà vendicare la sconfitta in Supercoppa Europea: di tutto questo ha parlato il Papu Gomez a la Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole.
SE VA ALLO STADIO – «Mio figlio Bauti, con un compagno di scuola, quelle in casa le ha viste tutte. Io? Non so quando, ma se capiterà non dirò di no».
CHE ARIA C’É IN CITTA’ – «Tifosi esaltati, alcuni “impazziti”: capiscono di avere una squadra che non ha paura di niente. Ha cambiato la testa anche a loro: si sentono tifosi di una big, vogliono lottare per i primi posti».
GASP DICE DI LASCIARLI SOGNARE – «Certo: l’Atalanta ha carattere, gioca bene, è più matura: perché non sognare ancora qualcosa in più?».
PREVISIONI DI AGOSTO – «Non lo sapevo, e non lo so con certezza adesso: siamo neanche a metà campionato. Di sicuro dico che può arrivare fra le prime tre. E che non vedo una concorrente imbattibile. L’Inter ha qualcosa in più, ma di nessuna rivale oggi l’Atalanta deve dire: con loro perdiamo di sicuro».
LO SCUDETTO NON É DA ESCLUDERE – «No, perché si vede che la squadra c’è, vuole lottare. Per tutto. Poi, certo, bisognerà vedere anche quanto andrà avanti in Champions e in Coppa Italia. Se dovesse trovarsi a spendere troppe energie».
NON HA MAI AVUTO UNA ROSA COSI’ PIENA – «Senza forse. Ai miei tempi eravamo più contati: 12-13 titolari, oggi almeno 16. E se manca uno, chi entra al suo posto fa come, a volte meglio, di lui».
SE L’ASPETTAVA COSI’ FORTE – «No, quello no. Mi aveva sorpreso la personalità con cui ha vinto l’Europa League: quella vittoria ha tolto il peso delle finali perse, la squadra si è sentita più forte. Se vinci così in Europa ti dici: posso farlo anche in Italia, no? Però… Quando si è rotto Scamacca ho pensato che sarebbe stata dura. Ma Retegui è stato veloce a inserirsi nel gioco di Gasperini, come la società a prenderlo così in fretta».
NON SE LO ASPETTAVA PRIMA, NON É MERAVIGLIATO ADESSO: PERCHÉ – «Perché con le piccole noi facevamo fatica e non punti, a volte. Questa Atalanta no: anche partite così, magari non giocando benissimo, le vince comunque. Non può meravigliarmi una squadra che oggi si dimostra pronta a ogni tipo di gara».
SIMILITUDINI E DIFFERENZE CON LA SUA ATALANTA – «Fra Zapata eRetegui passeranno 15 chili… Duvan era un treno, quando stava bene aveva una forza fisica che spaventava, ti trascinava fino alla porta. Retegui ha imparato a giocare di schiena, ora si muove meglio in area. Ed è molto forte di testa».
ILICIC E CDK – «Simili solo perché sono mancini e alti tutti e due. Di De Ketelaere mi impressiona come segna e vince i duelli aerei di testa, ma a Josip bastava una giocata per cambiare una partita».
LOOKMAN – «Che ha imparato a giocare di squadra, è meno individualista: un tempo puntava e basta, cercava solo l’uno contro uno e molto meno il collegamento con i centrocampisti. Ma non faccio paragoni che mi riguardano…».
PUO’ BATTERE IL REAL MADRID – «Perché può far male a chiunque, non solo al Real Madrid. Perché il Real non è al massimo, ha giocatori infortunati o appena recuperati: non lo vedo solidissimo. Perché in Spagna non ti alleni a giocare uomo contro uomo a tutto campo».
COME AFFRONTARLO – «Accorciando sempre molto con i difensori, sarà fondamentale essere pronti sulle palle lunghe, in profondità: se Mbappé e Vinicius partono con 40 metri di campo ti fanno male, come ti ha fatto male Leao venerdì con il Milan. Ma rivedere la partita di agosto in Supercoppa europea sarà prezioso: il mister preparerà la partita anzitutto tenendo conto di questo».
IN COSA POSSONO MIGLIORARE – «Domanda difficile: migliorare si può sempre, ma davvero in poche cose. Chi è appena arrivato può entrare ancora meglio nei meccanismi tattici, chi non è ancora al top può arrivarci».
PERCASSI HA DETTO CHE LA SQUADRA NON SI TOCCA A GENNAIO – «Conoscendolo, confermo: impossibile che qualcuno possa andarsene a gennaio».