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Bergamo e l’Atalanta in semifinale d’Europa League: è tutto vero (parte 2)
L’Atalanta e Bergamo raggiungono la semifinale d’Europa League: una serata storica per i nerazzurri e di tutta la città
Il destino è sempre qualcosa di particolare, coincidenze dal sapore magico che suscitano ogni emozione: per una prima volta, come la Cenerentola Atalanta in semifinale di Coppa delle Coppe, c’è una seconda parte che vede la Dea in semifinale d’Europa League. È tutto vero (parte 2).
Atalanta Liverpool 18 aprile 2024, Atalanta Malines 20 aprile 1988: quando la storia si ripete non solo per una questione d’importanza europea, ma anche negli atteggiamenti di squadra e soprattutto dei tifosi.
Code a 4 ore dalla partita (e chissà quante altre per trovare parcheggio), scambiare due chiacchiere con amici dove tra un pronostico e la gestione dell’ansia sono finite birre e scatole di Campari. Bandiere e vessilli nerazzurri, altri abbastanza patriottici ricordando che se a Liverpool hanno i Beatles, Bergamo ha il Bepi (come recitava uno striscione).
L’atmosfera sugli spalti del Gewiss Stadium per chi era presente quel 20 aprile 1988 viene recepita come la stessa, seppur la modernità della struttura e in un mondo dove l’Atalanta è grande realtà del calcio italiano.
Coreografia da pelle d’oca dove s’invita a sognare per trasformare tutto in realtà. Pronti via e il Liverpool segna con Salah su rigore: 0-1 dove il distacco si riduce a -2.
Si teme l’effetto domino, il crollo del castello di carta, l’epilogo alternativo della battaglia Gohan contro Cell dove l’androide, ulteriormente potenziato, riesce a sconfiggere il giovane guerriero Sayan.
L’Atalanta però è solida, rimane calma, combattendo fino all’ultimo respiro: fisicità, impegno nei recuperi, solidità e anche qualche occasione. Dal trio difensivo Kolasinac-Djimsiti-Hien a Ruggeri che parte male ma si risolleva da buon bergamasco, dalle corse di Zappacosta alle sponde di Scamacca fino ad un grande De Roon che ha dimostrato cosa voglia dire essere l’erede naturale di Stromberg: oggi presente con gli occhi lucidi sugli spalti. Gohan nerazzurro riuscirà a battere l’essere perfetto inglese dove è il popolo orobico a fare da “Goku” nella famosa Kamehameha Padre Figlio.
Al fischio finale, come ad Anfield, è tutto nuovamente vero: l’Atalanta è in semifinale d’Europa League per la prima volta nella storia.
Dai fuochi d’artificio al “Bergamo” cantato con la squadra, per poi spostarsi in centro baciati dalle mura di Città Alta. Sorrisi, canti, abbracci, giri offerti, messaggi sui social e anche pianti con il pensiero rivolto anche a tutti quei conoscenti e familiari nerazzurri che non ci sono più: “Grazie per avermi fatto atalantino, ovunque tu sia“.
Bergamo e l’Atalanta sono in semifinale, aspettando una parte 3 dove la parola fine non è arrivata, perché tutti hanno un paio d’ali ma solo chi sogna impara a volare.