2018
Napoli, Sacchi: «Ancelotti ha qualcosa in più di Allegri»
Sacchi nel suo confronto tra Allegri ed Ancelotti vede nel secondo una migliore idea di gioco nonostante entrambi abbiano vinto molto in carriera
Arrigo Sacchi sulla Gazzetta dello Sport ha voluto mettere a confronto Massimiliano Allegri e Carlo Ancelotti, tecnici rispettivamente di Juventus e Napoli. Le squadre guidate dai due tecnici occupano in tandem la vetta della classifica di Serie A ma dall’analisi dell’ex ct della Nazionale emerge che sebbene sia Allegri sia Ancelotti siano decisamente dei vincenti il secondo ha qualcosa in più rispetto al collega, considerato il miglior allenatore disponibile sulla piazza.
«Max ha vinto ben quattro scudetti consecutivi ed ha ottenuto due secondi posti in Champions. È un grande gestore e tattico, un pragmatico, un uomo con le idee chiare che fa scelte tecniche azzeccate. Cosa gli manca? Forse vincere con un calcio più generoso, divertente e coraggioso. I valori aumentano la didattica e la cultura. – afferma Sacchi – Ancelotti come vittorie non è da meno, anzi ha vinto Champions e campionati in ogni parte d’Europa. Il suo calcio è figlio della qualità dei singoli ma pure di valori come la bellezza, l’armonia e le idee. Sono due grandi tecnici anche se diversi, forse Carlo ha qualcosa in più sull’idea di gioco. Questa è la vera forza del Napoli e Ancelotti non potrà venire a compromessi come affidarsi solo all’esperienza, alla forza e alla maturità».
«Perché la rosa juventina è oggi di gran lunga la più forte d’Italia e tra le migliori d’Europa. Ad Allegri chi glielo fa fare a rischiare? È sufficiente non prendere gol e attendere l’errore avversario. – continua Sacchi – Sa che prima o poi uno dei suoi campioni risolverà la partita con uno spunto. Ancelotti non ha una rosa con la stessa forza, esperienza e talento dei rivali. Gli azzurri si sono sempre difesi attaccando, si realizzano nel divertimento, nel possesso e nella velocità. Se si chiudessero non sarebbero mai bravi come i bianconeri. Il Napoli ce la può fare unicamente sfruttando l’esperienza dell’anno scorso, una volontà e un carattere pari agli juventini e la capacità di Carlo di creare una squadra ancora più organizzata e con idee superiori al fortissimo rivale».