2013

Atalanta, Del Grosso: ?Questo è il treno giusto?

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ATALANTA DEL GROSSO – Due partite sono bastate a Cristiano Del Grosso per conquistare squadra e tifosi: il difensore dell’Atalanta, arrivato dal Siena, è pronto per dimostrare di aver fatto la scelta giusta: «Sono partito con un beauty e una tuta per venire a giocare a Bergamo, so quello che devo fare e cosa si aspetta la gente, quindi voglio fare il massimo. Per me è una grande occasione, voglio giocarmela, e bene. E non sbagliare niente», ha dichiarato il calciatore abruzzese a L’Eco di Bergamo.

Del Grosso  ci mette grinta, quella che gli è servita per “sopravvivere” alla durezza della Serie C: «In campo mi trasformo e scendo nell’arena, ma fuori sono un’altra persona: due ore di gioco a tutta carica, ma se poi fai il matto anche a casa è la fine. Ho sempre giocato così, con una grande grinta e con carica agonistica. Sono cresciuto sui campi di C, e lì devi imparare in fretta. Cinque anni a Giulianova, sempre nel girone meridionale, mi hanno fatto maturare prima: lì erano calci e cazzotti in faccia, lì mi hanno fatto capire che anche se sei ancora un ragazzino o ci sei o non ci sei. Lì trovavi gente come Pilleddu della Nocerina o Matticari, attaccanti navigati che in campo pensavano solo a farti la guerra. Si spalmavano sulle mani l’olio 31 e quando c’era un calcio d’angolo te lo mettevano negli occhi. È un altro calcio, ma ti fa crescere. E io non lo rinnego, mi ricordo sempre da dove sono venuto e resto me stesso. Mi fa male vedere i giovani di oggi che si adagiano e non sanno cosa significhi sudarsi il pane. Io sono fiero di quello che ho fatto e di come me lo sono conquistato: sono sempre salito un gradino alla volta, e partendo dal fondo. Ora capisco che tutto questo mi è servito e a volte penso che per questo devo tirar fuori qualcosa di più».

Ne ha viste tante il difensore 29enne, che ha aggiunto: «A Castellamare di Stabia ti facevano riscaldare di proposito in un corridoio attaccato alla rete dei tifosi, col rischio di ricevere anche qualche ombrellata. Teramo? Per me e mio fratello gemello Federico era un derby molto sentito e durante il riscaldamento sbagliavamo apposta a calciare per tirare qualche pallonata ai tifosi avversari. Era sempre una battaglia, ma era giusto così».

Infine, sulle condizioni del Comunale e sulla prossima sfida di campionato dell’Atalanta, Del Grosso ha spiegato: «Il terreno di gioco sta soffrendo un periodo sfortunato anche a livello climatico. Ma io in C ho giocato su campi anche peggiori. Non dobbiamo prenderci questo alibi, anche se oggettivamente un fondo simile non ti consente di giocare bene. Domenica facevi fatica a mettere la palla a terra, a stopparla, a giocarla di prima. Vuol dire che devi mettere in campo altre qualità e noi siamo stati bravi a proporle. Ora pensiamo alla gara di Torino, altra tappa importante da affrontare con la testa giusta. La squadra ha dimostrato di avere la mentalità che serve in questi momenti: del resto se non ce l’hai fai fatica. E l’Atalanta ce l’ha dentro, fa parte della sua storia. Domenica sono arrivate anche indicazioni positive: non abbiamo subito gol, abbiamo lottato e abbiamo fatto un buon punto che sarà sicuramente utile per raggiungere il prima possibile quota 40. E io sono pronto a dare sempre il massimo. L’Atalanta è una scommessa che voglio vincere».

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