2019
Atalanta a San Siro, la curva Sud del Milan sbotta: «Non è un locale in affitto»
La Curva Sud del Milan non ci sta e sbotta contro la decisione del club rossonero di ospitare l’Atalanta a San Siro
La Curva Sud, cuore pulsante del tifo del Milan, non ci sta e risponde con un duro comunicato alla decisione del Milan e dell’Inter di ospitare l’Atalanta a San Siro per le gare interne di Champions League. Di seguito il comunicato integrale della curva.
«Il calcio moderno fatto solo di business e interessi economici sferra un altro colpo basso verso TUTTI i tifosi milanisti: il presidente dell’Atalanta, Percassi, ha chiesto di poter giocare a San Siro le partite di Champions League in cui la sua squadra sarà impegnata nella prossima stagione. Nel calcio che NOI amiamo e difendiamo questa richiesta sarebbe stata rimandata al mittente con una grossa risata: vi siete vantati del vostro nuovo stadio e ora osate chiedere San Siro? Ma lo sa Percassi cos’ha chiesto? Lo sa Percassi cos’è San Siro? No che non lo sa, perché altrimenti non si sarebbe permesso di mettere in imbarazzo il Milan con questa richiesta, salutata con entusiasmo da tutti quegli ipocriti e perbenisti che girano e vivono intorno al calcio, ma che offende NOI sostenitori rossoneri costretti anche a sopportare l’affronto di vedere giocare nel nostro stadio la squadra che è in Coppa dei Campioni a spese nostre. Cosa direbbe il presidente Percassi se un domani il Brescia chiedesse lo stadio dell’Atalanta per giocare in Coppa? Direbbe no o dovrebbe sottostare al precedente creato proprio da lui medesimo? Cosa direbbero i suoi tifosi? Perché non si immedesima nei suoi tifosi essendo il “primo tifoso dell’Atalanta”? Perché quello che potremmo subire noi e gli interisti, un giorno potrebbe capitare agli atalantini, ai napoletani, ai romanisti, a qualunque tifoso che venga portato via dal suo stadio come se non fosse a casa sua. È questo ciò ci aspetta quando conterà solo il tornaconto economico? Che qualunque presidente possa chiedere di giocare in uno stadio a suo piacimento, senza preoccuparsi delle reazioni e dei sentimenti di tanti tifosi che amano quello stadio esattamente come casa propria? È possibile che nel calcio non ci sia più rispetto per la passione dei tifosi, per la loro storia, per il loro cocciuto sentirsi parte di un mondo che ormai sembra far di tutto per trasformarli in clienti? San Siro, caro AC Milan, è casa nostra; il Gate 14 è la porta d’ingresso in casa nostra e nessuno invita ospiti indesiderati fra le proprie mura. San Siro è lo stadio del Milan e dell’Inter, qui hanno pianto, cantato, sofferto e gioito generazioni di tifosi; a San Siro sono passati 50 anni di vita ultras, a San Siro sono state scritte pagine memorabili di storia del calcio, a San Siro è legata la leggenda dei più grandi calciatori del Milan e NOI non vogliamo che un qualunque presidente si alzi una mattina e chieda di giocare qui come se fosse in casa sua. Perché San Siro non è un teatro o un locale che si affitta, non è una villa per cerimonie: San Siro gronda di passione rossonera, di amore per il Diavolo, di milanismo, di quei valori che si sono tramandati di padre in figlio, di quella mentalità che da 51 anni distingue gli ultras milanisti da tutti gli altri. Percassi porti i suoi ragazzi a Reggio Emilia, scriva lì la storia della sua squadra lontano dallo stadio dei suoi tifosi, lontano da quella Bergamo che non sarà mai di casa a Milano. Siamo uomini, siamo tifosi milanisti, abbiamo le nostre ragioni e, soprattutto, i nostri sentimenti: sono quelli che chiediamo non vengano calpestati. Da nessuno, nemmeno dal Milan»