2016

Cacia: «Impresa salvezza. E chiuderò col Piacenza»

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Il bomber col fiuto del gol: «Lob a Storari? Tra i miei gol più belli, e non capita sempre»

Daniele Cacia è uno degli attaccanti più prolifici della Serie B. Un killer instinct confermato dalla media di 12,5 gol a stagione in ben 9 campionati di serie cadetta: «Non nascondo che sia bello. Non mi dispiace lasciare un segno: dopo gli obiettivi di squadra, penso agli obiettivi personali. E per un attaccante i numeri contano eccome. Il più bello? Il primo: di testa, spalle alla porta (contro il Napoli il 15 febbraio 2004, ndr). Oppure sempre col Piacenza, a Grosseto: doppio tunnel e gol di punta. O quello di quest’anno al Cagliari: un pallonetto a Storari non si fa tutti i giorni».

RACCONTO I MIEI GOL – Prosegue Cacia, bomber dell’Ascoli, intervistato da La Gazzetta dello Sport: «La mia miglior stagione fu nel 2012-2013 col Verona, 24 gol: oltre che per i gol, anche per la piazza e per la storia, perché nell’Hellas nessuno aveva fatto 24 gol. Ma anche i 17 di quest’anno sono davvero una bella gioia. Piacenza? E’ la mia seconda casa: lì vivo e sono nati i miei figli. Devo tutto al Piacenza, è l’unica maglia che ho baciato in carriera, un giorno tornerò li a giocare: sono contento che la squadra sia tornata in Lega Pro». Benissimo in Serie B, ma talvolta Cacia non ha lasciato il segno nella massima categoria: «Pochi gol in A? Qualcosa di sicuro ho sbagliato io, però se si contano le partite che ho fatto dall’inizio in A, mi dite come potevo fare meglio? Non solo, a Verona avevo davanti un marziano come Toni, a Firenze c’erano Osvaldo, Mutu, Vieri e Pazzini. L’unica occasione è stata quella di Lecce, ho fatto 2 gol ma poi mi sono rotto un perone. Lapadula? Gran bel giocatore, ha spiccate doti tecniche, è forte: ha grosse chance per far bene anche in Serie A. Mi è piaciuto moltissimo anche Budimir del Crotone».

LE DICHIARAZIONI – Infine, conclude: «Ascoli? Fino a febbraio ho faticato, poi mi sono sbloccato. Questa è una bella piazza, ti fa sentire giocatore, ma abbiamo avuto tante difficoltà. Servono ancora un paio di punti per essere tranquilli. Ma garantisco che questa salvezza, per come era cominciata la stagione, è una vera impresa. Petagna? L’ha preso l’Atalanta, che di giovani ne capisce: adesso sta a lui, ha un fisico come pochi, ha forza e tecnica, ha tutto per sfondare. Ma lo deve volere lui, nessuno ti regala niente».

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