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La tigre maledetta

Secondo un’interessante cronologia la guerra tra Serbia e Croazia che insanguinò gli anni ’90 ebbe inizio durante una partita di calcio tra Stella Rossa e Dinamo Zagabria, precisamente allo stadio Maksimir di Zagabria il 13 maggio 1990. La Croazia aveva da pochi giorni dichiarato la propria indipendenza ed ora si giocava un incontro tra i due principali club delle future capitali croata e serba. Durante la partita, fin dall’inizio segnata da un clima di pesante tensione, la polizia presente, in maggioranza serba e quindi protettiva nei confronti dei tifosi ospiti provenienti da Belgrado, iniziò a caricare indiscriminatamente la tifoseria croata con manganelli e gas lacrimogeni. Malmenati dai poliziotti e sbeffeggiati dai tifosi della Stella che intonavano cori come Zagabria è Serbia!, i croati invasero il campo andando a cercare lo scontro diretto con i nemici serbi. Nella memoria di molti è presente quella famosa immagine in cui Zvonimir Boban, futuro laureato in Storia e stella del Milan di Capello, si scaglia con un calcio contro un celerino in difesa di un connazionale vittima di un pestaggio. Pochi hanno invece notato che in diversi fotogrammi riguardanti quegli scontri è presente un altro triste simbolo della guerra nei Balcani, Zeljko Raznatovic, noto ai più come Arkan.

CHI ERA ARKAN – Arkan era presente perché in quegli anni era il capo della tifoseria della Stella Rossa. Fu pratica molto utilizzata da Slobodan Milosevic quella di arruolare nei propri reparti d’assalti avanzi di galera, gangster, ultras e criminali di vario rango ai quali, in cambio di un aiuto nella pianificazione di strategie militari e ripugnanti scelleratezze, offriva una sorta di amnistia. Arkan fu senza dubbio uno dei peggiori criminali di guerra che la storia militare ricordi dal secondo conflitto mondiale in poi, responsabile di massacri che violarono addirittura il codice militare, si pensi a quello di Srebrenica nel 1995, e persino di pulizia etnica. Personaggio egocentrico e volgare, era solito farsi riprendere mentre teneva in braccio il suo animale domestico, una tigre, e convolò a nozze con quella che viene considerata la Madonna di Yugolavia, Ceca Raznatovic, celebre cantante pop serba.

NON E’ UN EROE – Arkan morì purtroppo da eroe per la sua gente, dopo aver ricoperto anche importanti ruoli istituzionali, prima che il mandato di cattura pendente sulla sua testa per crimini contro l’umanità si concretizzasse in un processo. La guerra dei Balcani rappresenta uno dei momenti più bui e tragici della storia recente. Io stesso, per girare il video di un mio vecchio brano, “Giù da battaglia”, sono stato a Sarajevo, capitale culturale dell’Ex Jugoslavia, ancora martoriata dal più efferato assedio che sia mai avvenuto in Europa dal termine della seconda guerra mondiale. Tuttora mi riecheggia nella mente una frase pronunciata da un vecchio signore conosciuto lì: «Qui Dio non c’è stato per 5 anni».

IL COLPEVOLE – Fermiamoci un attimo a pensare, anche se forse basta vedere alcuni filmati, a cosa ha potuto significare per le genti di queste terre una guerra fratricida che ha messo da una parte all’altra della barricata amici, famigliari, parenti. Pensiamo a cosa avrebbe potuto fare, e d’altronde l’ho già scritto in un articolo, una Nazionale composta da gente come Boban, Mihajlovic, Suker, Stankovic, Prosinecki, Boksic, tutti insieme, se una guerra inutile e vuota di senso come tutte le guerre non li avesse divisi in quegli anni. Ora pensiamo che i responsabili di questa tragedia hanno un nome e un cognome e uno di loro è Zeljko Raznatovic, in arte Arkan.

 

Il matrimonio di Arkan e Ceca Raznatovic

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