2016

«Basta minacce: non smetteremo di arbitrare!»

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Il problema della violenza sugli arbitri nelle serie minori è qualcosa di serio

C’è una seria questione nel mondo calcistico, specialmente per le categorie inferiori o le formazioni giovanili: la violenza e le minacce nei confronti di tanti giovani arbitri che stanno iniziando a far la gavetta per scalare le categorie. Assistiamo inermi a violenze e minacce nei confronti degli arbitri, sopratutto per quel che ci riportano le cronache locali di serie inferiori o categorie giovanili. 

VIOLENZA NEL MONDO ARBITRALE – Come ad esempio lo è il caso di GIovanni Brugaletta, giovane arbitro 23enne, che solo tre giorni fa, arbitrando la Coppa dei Campioncini per gli esordienti a Quattro Castella, provincia di Reggio Emilia, tra due formazioni che schieravano in campo giocatori non più grandi dei tredici anni. Finale di partita tesissimo dopo gli episodi in campo e minacce che lo hanno costretto a barricarsi negli spogliatoi, a tal punto da chiamare i carabinieri: «Mi minacciano, io non esco se non venite a scortarmi con la macchina – riporta il Corriere della Sera – Sarebbe stato difficile passare fra un muro di gente che continuava a offendere e minacciare. Però, che lo sappiano, non smetterò certo di arbitrare, non ci penso minimamente».

NO A MINACCE ED INSULTI – Arriva la testimonianza anche di Luigi De Marco, arbitro 40enne, a cui sono toccati 82 giorni di prognosi per aver ricevuto un calcio nei testicoli da un giocatore appena ammonito nel corso di una partita amatoriale: «Agli insulti, entro un certo limite, siamo abituati e per quanto fastidioso possa essere diciamo che un vaffa non ha mai ammazzato nessuno. Quello che davvero non si può tollerare è la violenza fisica, le minacce».

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