2014

Antonio Maggio: «Tifo Juventus e Lecce. Vorrei Varane e Cavani in bianconero, sui giallorossi…»

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Continua l’artista: «Un giorno mi piacerebbe scrivere l’inno del Lecce»

«Giovedì parto per il Canada, ho due concerti il 18 ed il 19 ottobre alle Cascate del Niagara. E’ uscito da pochi mesi il mio secondo album, “L’equazione”, e lo abbiamo promosso tra maggio e giugno. Tra luglio e settembre sono stato in tour, ora affronto questa esperienza in Canada: procede tutto come meglio non potrebbe», tanti gli impegni per Antonio Maggio, artista italiano, che però non distolgono completamente l’attenzione da un’altra sua grande passione: il calcio. Il ventottenne cantante è un grande sostenitore di Juventus e Lecce, e la redazione di Calcionews24.com lo ha contattato per per saperne di più a riguardo, ma non solo.

Allora Antonio, fai parte della Nazionale cantanti: che tipo di calciatore sei?

«Sono un attaccante statico: aspetto il pallone sotto la porta (ride, ndr). A parte gli scherzi, mi sono sempre divertito molto a giocare a calcio. Provengo da una famiglia dove, più che di musica, si respira aria calcistica: mio padre è un ex calciatore ed ora allenatore. Io ho preso un’altra strada ma appena posso mi diverto a giocare a calcio con amici e con la Nazionale cantanti, dove ho la possibilità di visitare stadi magnifici. Inoltre, nell’ultima “Partita del cuore” di maggio ho fatto un gol fantastico».

Tu fai il tifo per il Lecce e per la Juventus: partiamo dalla simpatia per i giallorossi…

«Mio padre quest’anno giocherà contro il Lecce, essendo il preparatore dei portieri del Martina Franca, quindi a dicembre sarà un derby a tutti gli effetti. Passione che deriva dalle mie origini? Certo, ovviamente, anche se non sono di Lecce città. La squadra giallorossa accomuna tutti i salentini, parallelamente sono cresciuto vedendo la Juventus vincere in Europa negli anni ’90 e sono diventato anche un grande tifoso bianconero».

In particolare, cosa ti ha fatto innamorare della Juventus?

«Nel 95′-96′, quando la Juve ha vinto tutto, avevo 9-10 anni ed un bambino si innamora facilmente di una squadra che vince. Anche mio padre, non quanto me, tifa Juve: l’allievo ha superato il maestro».

Cosa ne pensi dell’inno?

«E’ quello di Paolo (Belli) giusto? E’ un amico, non posso dire niente (ride, ndr). Sono andato due o tre volte allo Stadium, ed è bellissimo sentir cantare 30-40 mila persone quest’inno».

Hai mai pensato di scriverne uno di tuo pugno?

«Sono molto amico con il presidente Tesoro del Lecce e con la moglie: un giorno mi piacerebbe scrivere l’inno dei giallorossi, essendo radicato qui in Salento. Già nell’intervallo mandano una mia canzone, “Santo Lunedì”».

Qual è il tuo punto di vista sull’avvicendamento estivo tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri?

«Ero molto scettico quando c’è stato questo inaspettato cambiamento. Conte ha riportato la Juventus, dopo tanti anni, ai vertici, però l’aver mantenuto intatta la rosa e l’arrivo di alcuni calciatori di valore hanno permesso di mantenere la stessa mentalità anche con Allegri. Quest’ultimo sta facendo ricredere molti tifosi non entusiasti di questo cambio al timone. Devo anche dire che Conte mi ha fatto rimanere a bocca aperta per il cambiamento della Nazionale: tutto ciò che tocca si trasforma in oro. Teniamocelo stretto!».

La lotta scudetto è ancora un testa a testa tra Juventus e Roma: sei fiducioso?

«Ad inizio stagione non ero fiducioso come lo sono adesso. Ce la giocheremo fino in fondo, la Roma è fortissima, ma non pensavo che ci saremmo riconfermati a pieno, ed invece…».

Chi compreresti se fossi al posto di Marotta?

«Domanda difficile. A centrocampo siamo coperti, vorrei un rinforzo importante in difesa visti gli acciacchi: mi piace moltissimo, anche se costa tanto, Raphael Varane del Real Madrid. Inoltre vorrei un rinforzo in attacco, visto che il quinto attaccante è un ragazzino di diciotto anni come Coman: in estate ero contrario a Falcao, visto l’ingaggio esorbitante, mi piacerebbe vedere in bianconero Edinson Cavani».

Ultima domanda: qual è il tuo sogno nel cassetto, sia dal punto di vista artistico che calcistico?

«Dal punto di vista artistico è una cosa che dico spesso, ma che sogno davvero: fare un’intervista tra venti anni per parlare del mio quindicesimo album. Da quello sportivo invece vorrei vedere alzare un trofeo all’Italia: in questo paese, malato di calcio, questo sport unisce tutta la nazione e ciò che è successo nel 2006 unirebbe tutti in un momento difficile. Vediamo se il Lecce riesce a tornare in Serie A, è una città meravigliosa che merita palcoscenici molto più importanti. Quest’ anno è un campionato durissimo ma speriamo per il meglio, forza Lecce!».

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