2017

Vincere non è importante, è l’unica cosa che Conte!

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Il profilo dell’allenatore italiano ex Juventus, ora al Chelsea, nel giorno dei suoi 48 anni. Antonio Conte e le sue vittorie!

Un’autentica ossessione! Antonio Conte e la Vittoria, scritta volutamente in maiuscolo per due motivi: lui la rispetta, lui la desidera e la brama ardentemente come un cavaliere del medioevo in difesa della sua dama; lui ossessionato da essa ha deciso di regalare al suo più bel successo, sua figlia, proprio quel nome! Basterebbe forse questo a far capire chi è Antonio Conte. L’allenatore leccese capace di ricostruire la Juventus dalle ceneri post Calciopoli e di ridare una dignità ai colori bianconeri. Un bianco e nero sopito dopo gli anni con Ferrara e Delneri che avevano portato, e lui non stancherà mai di ripeterlo, due settimi posti! Troppi per una Signora coma la Juventus! Andrea Agnelli, insieme alla sua dirigenza, decise di voltare pagina e decise di costruire un gruppo che potesse ripartire dalle basi. Per vincere bisogna aver fame! Per vincere alla Juventus bisogna ricostruire un gruppo vincente partendo dal dna juventino e così la Juve decise di riportare alla base un condottiero vero, uno che potesse rappresentare al meglio lo spirito bianconero, perché alla Juventus «vincere non è importante, è l’unica cosa che Cont…e!».

Antonio Conte: la carriera da calciatore

Antonio Conte ha dedicato buona parte della sua carriera, da calciatore, alla Juventus. Arrivò in bianconero in un torbido inverno del 1990. Il centrocampista fece molto bene nel Lecce e la Juve decise di dargli una chance importante in bianconero. L’inizio fu difficile perché non fu facile lasciare il caldo del Salento, la famiglia, per il freddo Piemonte. Ci volle un po’ ma Antonio, uomo tenace e maturo, si impose alla grande. Ha militato nella Juventus per 13 stagioni, dal 1990 al 2004, vincendo tutto e diventandone capitano e bandiera! Conte ha vinto 5 Scudetti, la Champions League, una Coppa Uefa, una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia. Ha vinto tutto quello che c’era da vincere ad eccezione della Coppa delle Coppe. E’ cresciuto sotto l’egida di Marcello Lippi ma ha imparato tantissimo anche dagli altri grandi allenatori che si sono succeduti all’allenatore viareggino, come ad esempio Carlo Ancelotti. Antonio ha imparato cosa vuol dire essere un giocatore della Juventus e cosa vuol dire stare alla Juventus. Un insegnamento che gli tornerà molto utile nel 2011.

Antonio Conte: la carriera da allenatore

Da calciatore, come detto, ha militato nel Lecce e dopo la classica gavetta ha avuto la grande occasione alla Juve. Lo stesso potrebbe dirsi per la sua carriera da allenatore ma l’inizio è stato, per certi versi, molto più difficoltoso. «Inizierò la mia carriera da allenatore e se entro 5 anni non arriverò ad allenare la Juventus, smetterò». Questa una delle frasi che veniva affibbiata al tecnico salentino. Una vera e propria profezia perché al sesto anno arrivò la grande chiamata. Proprio dalla Juventus. L’inizio, come detto, non fu semplice. L’avventura iniziò ad Arezzo, in Serie B, ma arrivò subito una retrocessione, all’ultima giornata, proprio ‘a causa’ della Juventus. Il destino sa essere beffardo. Poi i due anni a Bari con la promozione in A nel 2008-09. L’avventura a Bergamo, sulla panchina dell’Atalanta, durata solo 13 partite e l’ottima annata in B con il Siena (aveva iniziato nel 2005 come vice di De Canio). Poi la Juventus. La ricostruzione bianconera e i 3 Scudetti consecutivi (oltre a due Supercoppe italiane nel 2012 e nel 2013) e questa Juve, che ancora un po’, è figlia della sua gestione. In seguito è arrivata la chiamata della Nazionale, con un ottimo biennio conclusosi ai quarti di finale degli Europei contro la Germania e il primo Scudetto in Premier League, con il Chelsea, al primo tentativo. Il resto è una storia tutta da scrivere. Una storia, ne siamo certi, costellata ancora di Vittorie perché si scrive Antonio Conte ma si legge Vittoria!

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