2018
Totti ricorda: «Spalletti passava le notti con me in clinica, poi non l’ho più capito»
Un frammento del libro di prossima pubblicazione di Francesco Totti: l’ex capitano della Roma racconta del rapporto con Spalletti e svela un retroscena relativo alla stagione 2005/2006
Il libro è orma di imminente uscita: “Un Capitano”, la biografia di Francesco Totti, promette di essere un bestseller assoluto per tutto l’autunno. Stamane, su La Gazzetta dello Sport, è stata pubblicata anche un’anticipazione di alcuni dei passi del libro. Uno di questi riguarda il rapporto travagliato dell’ex capitano della Roma con Luciano Spalletti, per due volte suo allenatore in giallorosso. Con l’attuale tecnico dell’Inter, racconta Totti, in verità però qualche anno fa – prima della rottura degli ultimi due anni della sua carriera – le cose non andavano per nulla male. Anzi… L’ex numero 10 giallorosso torna con la mente alla stagione 2005/2006, ai giorni successivi al grave infortunio subito con l’Empoli che rischiava di compromettere la sua partecipazione al Mondiale, e scrive…
«Mi giro dall’altra parte nel tentativo di prender sonno, il solito orologio digitale scatta sulle undici, nel silenzio dell’elegante clinica che domina Roma avverto prima uno scalpiccio nel corridoio e poi un bussare trattenuto alla porta, nell’evidente intento di farsi sentire soltanto da me. Al di là del vetro smerigliato c’è un’ombra, dire “Avanti” è un automatismo. Luciano Spalletti. Le undici di sera, e il mister si introduce di soppiatto nella mia camera. Ha un pacco abbastanza voluminoso con sé, mi fa segno di tacere con l’indice davanti alla bocca e lo scarta, tirando fuori un cavalletto componibile e un blocco di grandi fogli bianchi. Come colpito improvvisamente da un dubbio lontano, mentre lo assembla si gira verso di me per chiedere: “Ma stavi dormendo?” “No mister, non riesco proprio a prendere sonno” “Ah! Bene, bene…” e riprende il suo lavoro, come rasserenato. Trenta secondi dopo, l’allestimento è pronto. Toglie di tasca un pennarello nero, e comincia. “Adesso, caro Francesco, disegniamo la Roma del prossimo anno. Ti scrivo le varie opzioni, poi studiamo assieme i pro e i contro di ogni giocatore”».
Totti: «Ecco perché non ho più capito Spalletti…»
«Io sono del tutto imbambolato per lo stupore. Lui lo sa, deve averlo previsto, e adesso certamente ci marcia accelerando la preparazione dello strano Monopoli. Scrive tre nomi di portieri, sei di difensori, sei di centrocampisti e cinque di attaccanti. “Cominciamo: scegline uno per ruolo come se non avessimo problemi di budget, quelli li consideriamo poi”. Per quattro notti resto a Villa Stuart, per quattro notti Spalletti arriva alle undici e se ne va alle tre del mattino. Quel che facciamo, in sostanza, è chiacchierare di calcio: l’analisi dei giocatori che la Roma potrebbe acquistare è ovviamente un pretesto, perché in realtà discutiamo di tutto, dallo stile di gioco delle grandi squadre europee all’assoluta specificità del contesto romano, il più grande sin lì conosciuto da lui, che viene dall’Udinese. E ovviamente anche da me, non avendone mai frequentati altri».
«Sono quattro nottate lunghe e insieme leggere, nelle quali il mister mi concede grande confidenza e, attraverso il gioco del mercato, mi fa restare con la testa ben dentro alla Roma in un momento nel quale si sarebbe potuta creare una certa distanza, se non altro perché fino ad agosto di giocare per il club non se ne parla. Ho il ricordo di una grande unione fra noi, in quei momenti, persino di affetto, e anni dopo la cosa accentuerà la mia incapacità di comprendere il suo comportamento. Ma c’è stato un momento nel quale Spalletti è stato straordinario con me, ed è giusto dargliene atto».
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