2020
Annullare il campionato di serie A? I primi rumors
Con l’avvento dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19, tutti i maggiori Campionati di calcio europei sono stati interrotti, Serie A compresa.
Ancora oggi, però, non si hanno notizie certe sull’eventuale prosecuzione delle partite, nonostante il continuo susseguirsi di rumors, che un giorno parlano di una probabile ripresa a maggio, mentre altri invece puntano sull’annullamento della stagione.
L’orizzonte della Serie A è davvero fosco e la decisione sulle sorti di questa stagione non spetta né alla Lega né alla FIGC, bensì al Governo, che darà il via libera soltanto se il Campionato potrà riprendere regolarmente e, soprattutto, in totale sicurezza.
Tra polemiche e ingaggi
La sospensione del Campionato di Serie A ha scatenato diverse polemiche. Queste dipendono dal rischio di non completare la stagione. D’altro canto, si polemizza anche sugli ingaggi dei calciatori che, inattivi, continuano a guadagnare fior di stipendi, mentre l’economia, compresa quella legata al calcio, è in profonda crisi.
Tra i personaggi del mondo dello sport che hanno fatto sentire la loro voce, l’ex Campione del Mondo Marco Tardelli ha stigmatizzato quanto sta succedendo in queste difficili settimane, in cui l’Italia è in lockdown e migliaia di persone stanno morendo.
Secondo l’ex calciatore della Juventus, “si deve trovare un accordo in questo momento” nell’interesse del nostro Paese e del movimento calcistico che, in Italia, muove una montagna di soldi.
L’ex centrocampista si è espresso anche sulla polemica sugli ingaggi dei giocatori, che alcuni vorrebbero ridurre per dare ossigeno a tutto il sistema: “Non credo che i calciatori abbaino difficoltà a dimostrarsi responsabili in questo momento. Credo che si ridurranno gli ingaggi, lo hanno fatto anche in altri momenti. Sarà una cosa da affrontare quella degli ingaggi, non solo in Italia ma in Europa”.
Infine, Tardelli ha detto la sua sulle varie opzioni al vaglio del Governo riguardo alla conclusione della stagione: “Non si può fare nulla. Si annulla il campionato e si pensa al prossimo. È vero, è un peccato, ma se continuerà così, penso si debba annullare il campionato e cristallizzare la classifica per la partecipazione alle Coppe”.
Lotito vs Agnelli
Nonostante la drammatica situazione che sta vivendo l’Italia, non sono mancate le polemiche tra i vertici del calcio italiano, in particolare tra chi vorrebbe, a tutti i costi, concludere la stagione e chi, invece, propende più per una sospensione definitiva.
Tra questi due schieramenti, chi si è esposto di più è stato il Presidente della Lazio, Claudio Lotito, e quello dellaJuventus, Andrea Agnelli. Tra i due è nata una polemica a distanza perché, se da parte del patron laziale si sparge ottimismo sulla ripresa del Campionato, visto che il virus “se sta a ritirà!”, dall’altra c’è una delle più importanti realtà italiane, che ha anche donato una consistente cifra per contribuire alla lotta al Covid-19 e che si mostra molto più prudente.
In Lega Serie A, così, si è creata una situazione abbastanza sgradevole, ma non anomala visti i continui scontri interni: da un lato, Lotito sembra guidare un gruppo (di cui pare facciano parte anche il Napoli di De Laurentiis e l’Atalanta dei miracoli) deciso a portare fino in fondo la stagione (forse perché la Lazio è in piena corsa scudetto) e, dall’altro, Agnelli e altre società, rassegnate a un inevitabile stop prolungato.
Le scelte possibili
Al momento, il caos regna ancora sovrano, ma pian piano si stanno facendo largo alcune ipotesi su come terminerà la stagione calcistica in corso. La Lega non si arrende e ha confermato il 3 maggio come data di ripresa dei Campionati, ma ciò che sta succedendo negli ultimi giorni rende la previsione piuttosto remota.
L’ipotesi più accreditata è che si fermi tutto, cristallizzando la classifica di Serie A per assegnare i posti nelle Coppe Europee. La possibilità di una ripresa durante l’estate, come caldeggiato dalla FIGC, sta perdendo quota e, soprattutto, consenso da parte delle varie società, che dovrebbero pianificare da zero la preparazione atletica dei giocatori e rivedere tutti gli obiettivi.
Sulla base di queste ipotesi, si è fatta luce la possibilità che la Serie A 2021-22 possa essere allargata a 22 squadre (dopo che per molti mesi si era parlato di diminuirla a 18), così da dare un senso anche alla stagione di Serie B e alle imprese di Benevento e Crotone. Tuttavia, sono soltanto possibilità allo studio e che potranno cambiare giorno dopo giorno, secondo l’andamento del contagio.
Che cosa succede in caso di sospensione?
Nonostante il rincorrersi di rumors e indiscrezioni, oggi l’opzione più probabile è che la stagione calcistica venga sospesa definitivamente. Di fatto, quindi, non verrebbe assegnato lo scudetto e sarebbero annullate le retrocessioni; restano comunque senza risposta le domande che molti si pongono in questi giorni: cosa succederà agli abbonamenti già sottoscritti e ai biglietti acquistati?
Dalle prime dichiarazioni di alcune società, è probabile che queste stesse se ne assumeranno la responsabilità, rimborsando i propri sostenitori per le spese già affrontate (anche se nei loro contratti non è previsto).
Per chi, invece, ha sottoscritto un abbonamento a una tv satellitare per le partite, chiedere il rimborso non sarà facile, perché nell’articolo 1256 del Codice civile è specificato che le tv in questione vengono liberate da qualsiasi obbligo nel momento in cui avvengono situazioni “a loro non imputabili”, come nel caso dell’epidemia in corso. Per loro, quindi, l’unica alternativa sarà richiedere la disdetta Sky dell’abbonamento ai canali di calcio oppure attendere la scadenza naturale dell’abbonamento.
In proposito, si è espressa anche l’avvocatessa Mara Agostino, specializzata in contratti sportivi: “Il Codice Civile prevede che fra il cliente e l’organizzatore dell’evento esista un contratto di vendita con il quale si cede, a fronte di un prezzo, il titolo di ingresso, ovvero il biglietto. Un contratto disciplinato dalle condizioni generali dei contratti. L’organizzatore può assumersi qualsiasi responsabilità diretta in caso dell’impossibilità di godere dell’evento, ma non quelle indirette, ovvero quelle cause legate a fatti straordinari o fuori dal controllo delle parti, come purtroppo è il Covid-19, classica causa di forza maggiore. In quel caso il rimborso non è previsto, salvo atto di liberalità da parte dell’organizzatore, come potrebbe essere in questo caso”.