2015

Okaka: «Samp? Sono stato minacciato»

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L’attaccante dell’Anderlecht rievoca l’esperienza nel club bluerchiato

Ha trovato la sua dimensione in Belgio, più precisamente con l’Anderlecht. Non è stato facile ripartire da zero per Stefano Okaka dopo l’esperienza alla Sampdoria: «Un’ottima scelta. A volte ho fatto degli sbagli, altre volte mi hanno deluso gli altri che non si sono comportati bene con me. Ho ammesso i miei errori e sono ripartito. Sono andato a Genova voluto da Mihajlovic. Ma ad aprile di quest’anno prima mi hanno offerto un rinnovo al ribasso, dopo una convocazione e un gol in nazionale; poi un contratto alla stessa cifra di prima mentre ad altri compagni s’è offerto un aumento. Mi pareva di meritarlo anch’io, pure minimo… Ferrero? Prima avevo un buon rapporto, poi ha parlato male di me; il d.s. mi aveva minacciato di rovinarmi la vita se non rinnovavo. Ma è un capitolo chiuso. Ognuno fa le sue scelte. Sono rimasto dispiaciuto, sarei restato volentieri a Genova, prima mi trattavano da re. Via per 3 milioni? Si vede che alla Sampdoria non vedevano l’ora di mandarmi via…», ha dichiarato ai microfoni di ExtraTime l’attaccante azzurro.

FUTURO AZZURRO? – Si è impegnato duramente in allenamento e in campo per conquistare i tifosi belgi, che inizialmente si sono lamentati del suo acquisto perché non lo conoscevano e leggevano quello che si diceva in Italia. Ora può fare strada anche in Europa League, magari anche per conquistare un posto in Nazionale: «Beh, non è che io conosca tanto il c.t. Conte, perché ci ho lavorato insieme 2 volte, ma dimostra coi fatti di valutare solo il lavoro. Quando io ho fatto bene, con Samp e Anderlecht, lui mi ha convocato e mi ha fatto giocare. Come tecnico è fra i migliori al mondo, basta vedere come allena, come prepara in allenamento le situazioni, la passione che ci mette. Contro il Belgio, n.1 del ranking, la prima ora abbiamo dominato». A proposito di Nazionale, Okaka ha raccontato chi lo ha impressionato dal vivo: «Buffon. Mamma mia, visto da vicino è ancora più bravo».

PASSATO GIALLOROSSO – Infine, ha parlato dell’esperienza a Roma, che lo lanciò a 16 anni: «Lì servono sempre giocatori pronti, a quell’età non potevo esserlo. Ma è stata una tappa fondamentale, mi ha permesso di diventare pro, fare una vita migliore, ringrazierò sempre Bruno Conti che mi ha voluto a 15 anni e Spalletti che mi ha lanciato, dai Primavera. E sono rimasto molto legato a Cassano, quando ho avuto dei problemi coi dirigenti a Parma nel 2013 mi ha aiutato molto, ci sentiamo ancora spesso. Per chi tifo in Italia? Per la Roma, anche se qualche tifoso in passato mi ha insultato se sbagliavo dei gol. Ma sono stato bene ovunque, a Modena, Bari, Spezia, al Fulham».

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