2013

ESCLUSIVA : Anatomia di due squadre. Bonan ci parla di Juve e Fiorentina

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Oggi in esclusiva incontriamo Alessandro Bonan, giornalista e conduttore targato Sky, esperto non solo di mercato (da oltre nove anni conduce una fortunata trasmissione dedicata al calciomercato) ma più in generale fine conoscitore di tutto il calcio moderno.

Cosa ne pensi dello spettacolo che ci hanno fornito domenica i due posticipi d’oro Juventus-Napoli e Fiorentina-Sampdoria?

JUVENTUS E FIORENTINA A CONFRONTO –Le due partite ci hanno mostrato due facce diametralmente opposte. Da un lato la Juventus, con la sua forza corrosiva, i suoi agguati costanti, grazie anche ad Andrea Pirlo, uoo dalle mille facce in campo. Dall’altra, la partita della Fiorentina, una specie di valzer allegro intorno ad una squadra vuota, anonima. Mi ricorda una donna sfiorita senza più speranze d’amore.

La Juventus vinceva spingendo, la Fiorentina stringendo. Due modi diversi di vivere il calcio. La Juventus probabilmente non brilla in originalità. Un pressing alto esercitato a strappi, una grande compattezza difensiva che si manifesta da Tevez fino a Buffon, una manifestazione tradizionale del calcio, senza originalità? Forse, ma con una grande forza espressiva”. 

Cosa ne pensi del lavoro dei due allenatori Conte e Montella?

DUE ALLENATORI A CONFRONTO –Piuttosto originale il gioco di Montella rispetto a quello di Conte che pure è il centro della squadra. E’ una figura rassicurante per tutti e certamente se non consideriamo i venti minuti di Firenze, dove si è fatto impaurire, forse, da un ambiente a lui ostile, la Juventus è sempre stata una squadra superiore. Montella invece vive il calcio come fosse “poesia”, per lui come per i giocatori c’è voglia di entrare in campo e di giocare, come fosse un allenamento. Montella dalla panchina sembra quasi uno scrittore davanti ad un foglio bianco, osserva, immagina  e si prepara a tracciare la trama. In questo forse vedo le maggiori differenze:la Juventus corre per non farsi prendere, mentre – questa è l’immagine che ci descrive mentre lo intervistiamo- la Fiore è come un bambino che gioca, si ferma, ma poi riparte sempre”.

 

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