2014
Ammansire Tevez, era così scontato?
Lo strepitoso campionato bianconero: Conte, un uomo al comando
SERIE A JUVENTUS CONTE TEVEZ – La stagione della Juventus parla da sé ed è persino complesso trovare aggettivi che la descrivano: al netto dell’intoppo in Champions League – il cui superamento si pone come reale sfida futura – i bianconeri stanno stracciando ogni record interno distruggendo le velleità avversarie. E sono lanciati verso la finale di Europa League da disputare tra le mura amiche dello Juventus Stadium.
IL CAMPIONATO BIANCONERO – Oltre ogni ottimistica aspettativa: la personale opinione era quella di una squadra che, dopo due titoli consecutivi, avrebbe potuto concedere qualcosa in termini di fame e motivazioni. Magari puntando più sull’affermazione internazionale. La Juventus in territorio nazionale è andata oltre e non solo ha guidato il campionato ma lo ha letteralmente dominato: 81 punti in 30 gare raccontano della folle media di 2.7 punti a partita, ottenuta grazie a ben ventisei vittorie sulle trenta sfide disputate. La scelta è quella di elencare i numeri perché mai come in questo caso gridano talmente forte da coprire ogni altra voce. La doppia tornata europea contro la Fiorentina ha aggiunto valore al tutto: dopo il passo falso dell’andata la banda Conte si è imposta al Franchi con sovrastante personalità, senza subire reti e fugando i residuali dubbi dei più inguaribili scettici.
OLTRE I NUMERI – Nelle previsioni estive non mancavano altri elementi di dubbio: Carlos Tevez ad esempio, pacificamente tra i più forti e completi attaccanti a livello internazionale così come altrettanto quietamente dotato di un carattere complesso e non votato all’armonia di gruppo. Tradotto: era tutt’altro che scontato attendersi un Apache così dedito alla causa bianconera. L’attaccante argentino è stato costantemente al centro di vicende extra-campo nell’evoluzione della sua carriera, fattore al contrario neanche sfiorato nella parentesi bianconera: Carlos Tevez è proprio l’uomo in più di Conte, gioca sempre e lo fa con totale abnegazione, qualità e prolificità raramente riscontrata in queste dimensioni, mai un gesto fuori posto o un comportamento che possa rievocare vecchie e cattive abitudini. E da questa vicenda passa tanto dell’allenatore e professionista Antonio Conte: con lui si riga dritto a prescindere dal nome che si porta. Segnale di enorme personalità.
IL FUTURO DI CONTE – L’attuale tecnico della Juventus a dire il vero dribbla sempre le questioni postegli in merito. Lo fa probabilmente per due essenziali ragioni: non distogliere l’attenzione totale dei suoi calciatori sugli obiettivi attuali e tenere sulle corde la società in vista della programmazione per la prossima stagione. Quando, per blindare Conte, serviranno elementi considerevoli da porre sul tavolo della trattativa: più che la questione economica – il contratto dell’allenatore pugliese scade nel 2015 ma non sussistono problemi di aumento ingaggio e durata, l’obiettivo è quello di prolungare fino al 2018 – il dibattito sarà tecnico. E proprietà e dirigenza dovranno trovare argomenti validi per rassicurare Conte sulla costruzione di un organico in grado di guardare negli occhi le big d’Europa: passa tanto dalla questione Pogba, si punterà a trattenerlo ma in caso di cessione il tecnico pretende certezze di reinvestimento. Magari su quel pezzo da novanta in grado di far saltare gli equilibri lì davanti: la sfida è lanciata e la certezza ha un nome ed un cognome, quelli di Antonio Conte.