2018
Allegri, la Juventus non può rallentare: cos’è cambiato nella lotta Scudetto
La Juventus di Allegri, dal 2014-2015, è strepitosa nella fase centrale della stagione, con una media punti da 2,62 negli incontri disputati tra dicembre e marzo. Perché ogni volta inizi di stagione in sordina e decelerazione ad aprile? Ma quest’anno non sarà possibile
«Bisogna arrivare al top della forma a marzo ed essere in tutte le competizioni». Massimiliano Allegri lo ripete come un mantra da ormai diversi anni. Tanti quanti gli anni in panchina alla Juventus costellato da Scudetti e coppe. Secondo uno schema assai consolidato negli ultimi anni: una partenza stagionale non proprio al top con diversi ‘nuovi’ in rodaggio, una fase centrale di quadratura del cerchio con la difesa che non incassa più gol, fuga in campionato e ‘decelerazione controllata’ nel finale per poter gestire al meglio gli impegni in Coppa Italia e nelle coppe europee. Uno schema che poteva essere il medesimo anche quest’anno, se non fosse stato per il Napoli spesso a far da lepre.
L’articolo odierno della Gazzetta dello Sport a firma di Fabiana Della Valle ha analizzato le medie punti della Juventus di Allegri nel corso di diversi mesi stagionali. E ci sono dati strepitosi per la tenuta della squadra bianconera agli ordini del tecnico livornese. Dal 2014-2015, in inverno, vale a dire nel periodo considerato dicembre-marzo, Allegri ha una media super in Serie A, rappresentata dai 2,62 punti a gara che rappresentano un tesoretto fondamentale nella fase centrale delle stagioni in cui è protagonista. Un ritmo che gli ha permesso di vincere senza alcuna fatica gli ultimi tre Scudetti, 160 punti conquistati sui 183 disponibili a testimonianza del mostruoso rendimento di Allegri tra dicembre e marzo da quando è alla Juventus.
Nelle altre fasi della stagione, vale a dire nei periodi considerati agosto-novembre e aprile-maggio, le medie punti bianconere si normalizzano. Nello specifico la Juve conquista il 75,8% dei punti a inizio stagione, a riprova di una partenza lenta per cali di motivazione o di inserimento di nuovi acquisti, fino all’accelerazione decisiva nella fase centrale della stagione. Per poi rallentare nella fase finale della stagione, 18 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte negli aprile-maggio degli anni passati, spiegabile grazie al vantaggio accumulato sulle inseguitrici che permetteva alla Juve di gestire meglio e mollare qualcosa in campionato per concentrarsi sulla Champions. Cos’è cambiato? Quest’anno il Napoli è a soli due punti di distanza e, con lo scontro diretto tutto da giocare, il ritmo partenopeo non consentirà ai bianconeri il solito calo di aprile-maggio. Questa volta, se i bianconeri volessero vincere il 7º Scudetto di fila, andrà tenuto lo stesso ritmo del quadrimestre centrale dicembre-marzo, in modo da alzare l’asticella e conquistare i punti finali per il titolo.