Allan come Nainggolan un anno fa: alle radici del cambiamento del Napoli - Calcio News 24
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2018

Allan come Nainggolan un anno fa: alle radici del cambiamento del Napoli

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allan esultanza bis napoli settembre 2017

Il Napoli ha il suo centrocampista box to box: Allan ed il suo rendimento strepitoso, come è cambiata la squadra di Sarri

Partiamo dai numeri: nelle venticinque gare disputate in campionato, Allan ha messo a segno quattro reti e firmato tre assist vincenti. Spalmando il dato sull’intero arco del campionato, il centrocampista brasiliano – dovesse confermarsi su questa media – si ritroverebbe con un bottino di sei-sette gol: meno degli undici siglati da Radja Nainggolan nella scorsa stagione, ma il belga in tal senso aveva il vantaggio di giocare qualche metro avanti. Perché il parallelo? Per la similitudine nelle caratteristiche, nelle mansioni e nel tasso di incidenza che i due calciatori generano nel corso della partita e dunque del campionato. Prototipi ideali del centrocampista box to box nel pieno della rivisitazione del ruolo: qualcuno insomma non specializzato in una delle due fasi di gioco, ma che invece riesca ad abbinare con eccellenza i compiti difensivi alla presenza offensiva.

Il nuovo Allan

Oltre la statistica: nel corso dell’attuale stagione Allan si è completato, traslando dallo status di centrocampista difensivo, o meglio prettamente dedito alla fase di interdizione del gioco avversario, a quello del calciatore totale. Basta prendere una sua gara a caso per rendersi conto del cambiamento: rincorre gli avversari a tutto campo, spesso dettando i ritmi del pressing all’intera squadra, non limitandosi più a tale mansione ma riversandosi negli spazi appena ne ha possibilità. E diventando dunque un fattore cruciale nello sviluppo offensivo del proverbiale calcio sarriano: la rete siglata alla Spal nell’ultima gara di campionato descrive in pieno il nuovo Allan, pronto a seguire l’azione del Napoli, a muoversi contestualmente, a recepire l’assist di Callejon e trovare la freddezza per battere negli ultimissimi metri di campo il portiere avversario. Il confronto più fresco è inevitabilmente ricaduto sul Nainggolan versione Spalletti, per intenderci quello di un anno fa e soltanto oggi quello che può rappresentare nella Roma attuale dopo il cambio di modulo attuato da Eusebio Di Francesco, più libero di aggredire lo spazio e meno ancorato al modulo, ma basta tornare pochi anni indietro per risalire all’origine nell’interpretazione del centrocampista totale, come accadeva infatti nella Juventus di Conte prima ed Allegri poi con Pogba e Vidal.

Il nuovo Napoli

Si è detto di un Napoli meno bello e più cinico, nel paragone con quello ammirato nel girone di ritorno dello scorso campionato: ci torneremo, non prima però di aver analizzato come la squadra è attualmente cambiata sul campo di gioco. Il Napoli di Sarri era solito sviluppare le sue trame offensive più sul versante mancino che su quello destro: la proverbiale catena sinistra, ossia l’asse GhoulamHamsikInsigne, ha perso il primo dei suoi componenti per infortunio. E per lungo tempo. La struttura del gioco partenopeo ha dunque dovuto fare i conti con l’assenza delle sovrapposizioni di uno specialista: bastava infatti la presenza di Ghoulam a creare la fatidica situazione di superiorità numerica. Venuto meno l’algerino, è impensabile vantare un’alternativa di pari esuberanza atletica: Sarri ha come al solito trovato la contromisura, integrando Mario Rui nel suo modello calcistico in un lasso di tempo assolutamente breve, ma non può trattarsi di un esterno dalle stesse caratteristiche tecniche ed atletiche. Ragion per cui l’allenatore ha dovuto cambiare il suo Napoli, riequilibrarlo nelle trame offensive, chiamando in causa l’asse destro più di quanto fosse accaduto prima. Il comparto di campo occupato da Hysaj, Allan e Callejon era deputato nella sostanza a conservare l’equilibrio di squadra, a raddrizzarne il baricentro offensivo inevitabilmente spostato a sinistra: con la perdita di Ghoulam il Napoli ha iniziato ad attaccare a destra con più costanza ed Allan si è tramutato da centrocampista di rottura ad interprete totale del calcio moderno.

Per cui…

Ecco il Napoli più cinico con cui abbiamo introdotto l’argomentazione tattica: le trame offensive si sono riequilibrate numericamente tra attacchi a sinistra ed attacchi a destra, lì dove la squadra vanta maggiore fisicità ma minor tecnica. Le trame sulla corsia mancina chiamano in causa attori di enorme talento quali Hamsik ed Insigne (e prima Ghoulam), sulla destra ecco i vari Hysaj, Allan e Callejon. Senz’altro più fisici ma meno inventivi rispetto ai compagni di squadra appena citati. Siamo nel campo dell’estrema sottigliezza di analisi, sia chiaro, ma lo sviluppo dell’articolo intende rispondere proprio a chi ha avanzato la teoria di un Napoli meno bello e più cinico: anche perché – oltre a tutto quanto appena asserito – c’è da aggiungere lo switch Ghoulam-Rui. Anche in tal caso, proprio nell’analisi di quanto avviene sul versante sinistro, in cambio di una minore esuberanza si ha probabilmente una maggiore attitudine difensiva. Quella che conservano sulla destra i vari Hysaj, Allan e Callejon per propria natura. Ben venga dunque il nuovo Napoli: un esercizio di equilibrio che Sarri ha raggiunto grazie alla cura maniacale del suo lavoro. Ogni contromossa, ogni soluzione che deve trovare in corsa d’opera per superare gli ostacoli che insorgono, diventa un valore aggiunto nell’economia di squadra.

Il Napoli e l’aggressione degli spazi: Zielinski e Rog

I partenopei vantano nel proprio organico altri due centrocampisti box to box: Piotr Zielinski e Marko Rog hanno nel proprio bagaglio la capacità di prendere la palla nei pressi della propria area di rigore e trascinarla letteralmente verso quella avversaria. Lo si è visto più con il polacco, anche per una questione di maggiore minutaggio riservatogli da Sarri: se lo è meritato tutto, con risposte fenomenali sul piano dell’impatto sulla gara, da dodicesimo uomo come da titolare, peraltro non nel suo ruolo specifico: ricordate come ha sostituito Insigne in concomitanza del suo infortunio? Subito a suo agio da esterno offensivo, con gol ed assist che parlano per lui. Altra mossa vincente di Sarri: si rischia di perdere il conto. E poi c’è il croato: nell’unica fetta di esperienza partenopea in cui ha trovato una minima continuità di impiego, ha palesato le caratteristiche già mostrate in patria. Basti rammentare la prestazione offerta sul campo della Roma nel recente campionato: un tornado a cui i centrocampisti giallorossi non hanno potuto fare altro che cedere il passo. Nella fase finale dell’epico duello scudetto serviranno proprio tutti: il Napoli scalda il motore con tutti i suoi effettivi per resistere alla concorrenza della solita Juventus.

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